“Non sono poche 50mila…non sono poche specialmente se si tratta di anziani, donne e bambini, che da oltre cinque mesi sopravvivono in rifugi di fortuna, senza alcuna assistenza, abbandonate a sé stesse, in fuga dalla guerra che sta devastando il loro Paese, il Sudan, culla della vita e delle prime civiltà. Le pochissime organizzazioni presento nel Paese comunicano che le persone in fuga sono milioni, e da diverse zone interne, dirette verso campi di sfollati totalmente improvvisati e sprovvisti di ogni minimo servizio essenziale.
Dai primi scontri tra fazioni militari a Khartoum, le violenze si sono allargate velocemente e non accennano a diminuire, mentre a Jeddah si sta cercando di arrivare a un accordo. Oltre sei milioni di persone sono state costrette alla fuga. Una situazione che va ben oltre i confini nazionali del Sudan, coinvolgendo i Paesi vicini, primo fra tutti il Chad dove gli sfollati sono oltre mezzo milione. L'Occidente sembra avere gli occhi puntati altrove, mentre nella regione sudanese è in corso una tragedia senza precedenti, da arginare immediatamente, per evitare anche qui ulteriori escalation.
Sei mesi dopo l'inizio degli scontri, il bilancio provvisorio delle Nazioni Unite parla di almeno 9mila morti e uno dei peggiori incubi umanitari della storia recente. Inoltre, 25 milioni di abitanti, più della metà dei 48 milioni del Sudan, hanno urgente bisogno di aiuti umanitari. Nuovi scontri e violenze etniche in Darfur, dopo il genocidio causato dai famigerati Janjaweed, che ora sono Rapid Support Force, e stanno provocando un nuovo esodo.
Le 50mila persone accampate alla frontiera con il Chad si trovano nella regione orientale di Sila. Non hanno nulla. Una emergenza nella emergenza.
In Darfur, nel sudovest del Sudan, gli scontri si sono intrecciati con una nuova ondata di pulizia etnica nei confronti della etnia Masalit, ancora una volta da parte dei ribelli paramilitari della RSF. Secondo le stime ONU, oggi in Darfur vive il maggio numero di Sfollati al mondo e quello in aumento più rapido, e dal Darfur, nel Chad orientale sono arrivati in oltre 400mila, che diventeranno 600mila entro la fine dell'anno. Altre decine di migliaia vivono in ripari improvvisati, sovraffollati, senza servizi e assistenza, specialmente intorno a Tissi, Deguessa, Andressa e Mogororo. Condizioni altrettanto critiche ai confini degli altri Paesi...”.
(Hussein Ghamlouche - Ambasciatore Internazionale di Pace)
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