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Sudan - Crisi umanitaria senza precedenti

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Assadakah News - La crisi umanitaria in Sudan è di "sconvolgenti proporzioni" e la "popolazione è allo stremo". La denuncia è della Caritas che sottolinea che più della metà della popolazione sudanese - 26,5 milioni - è in una condizione di grave carenza di cibo. Di questi, oltre 8 milioni sono a un passo dalla catastrofe umanitaria. In alcune aree nel Darfur settentrionale centinaia di migliaia di persone sono già in condizioni disperate. Donne, uomini, bambini muoiono di fame.

Secondo l'Unicef, senza un intervento immediato, 770.000 bambini sotto i cinque anni subiranno una forma mortale di malnutrizione in questo anno 2025. Gli enormi bisogni rilevati sono dovuti anche agli ostacoli frapposti all'accesso degli aiuti umanitari a causa dell'insicurezza in molte aree e alla scarsità dei fondi messi a disposizione per le Agenzie umanitarie dai governi e dai donatori internazionali.

In continua crescita le persone che fuggono dalla guerra. Si è raggiunto il numero record di 12,5 milioni di cui 9 all'interno del paese e 3,5 fuggite nei paesi vicini: Egitto, Sud Sudan, Chad, Etiopia, Libia, Repubblica Centrafricana.

"Il conflitto in Sudan, pur nella sua assoluta gravità, fa parte di quelle che chiamiamo 'guerre dimenticate'", sottolinea don Marco Pagniello, direttore dei Caritas Italiana. "Non solo perché raramente ne troviamo notizia in prima pagina, ma perché sentiamo queste realtà lontane, non solo fisicamente. Ma possiamo fare qualcosa anche noi. Da parte sua Caritas Italiana - con l'aiuto di molti - accompagna e promuove ciò che le Caritas del luogo riescono a realizzare, importanti segnali sulla via della pace e della dignità umana".

Caritas Italiana si unisce agli appelli del Papa e della società civile che chiedono da mesi alle parti belligeranti e alla comunità internazionale un'azione più decisa, rapida e coordinata per un immediato cessate il fuoco, per la chiusura di ogni fornitura di armi alle parti in conflitto, per la protezione dei civili, per la garanzia di un accesso immediato, completo, sicuro e senza ostacoli e impedimenti burocratici all'assistenza umanitaria attraverso tutte le possibili vie d'attraversamento e transfrontaliere, e per un impegno più deciso ed efficace per riattivare un processo di pace e transizione democratica in mano ai civili. Inoltre, si chiede a governi e donatori di finanziare con urgenza il Piano di Risposta Umanitaria delle Nazioni Unite per il 2025 garantendo fondi flessibili che possano essere incanalati verso gli attori umanitari locali.

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