Talal Khrais - Acclamato ambasciatore internazionale di pace e buona volontà, Hussein Ghamlouche ha incontrato Assadakah News Agency, organo di informazione della associazione italo-araba Assadakah, per discutere la drammatica situazione in Sudan.
Ha notizie dal Sudan in questi giorni?
“Le condizioni non migliorano, e nel momento in cui i cittadini stranieri vengono evacuati, la popolazione locale vive di nuovo nella paura. Mi appello a tutti gli amanti della pace a tutte le organizzazioni internazionali, perché intervengano in aiuto al popolo Sudanese che affronta da solo una terribile crisi umanitaria".
Cosa succede nelle strade?
“Quello che la gente sta vivendo adesso, è la conseguenza di violazioni dell’accordo per una tregua, mediato da Arabia Saudita e da Stati Uniti, che ha causato anche un massiccio esodo della popolazione verso i confini più vicini. Nelle strade di Khartoum ci sono esplosioni, colpi di ari automatiche, e anche nella città gemella Ondurman. La situazione in diverse zone si può definire fuori controllo, e le violenze iniziate lo scorso 14 aprile hanno già causato oltre 500 e migliaia di feriti”.
C’è qualcuno che assiste la popolazione?
“Nelle città non c’è più carburante, mancano i medici, a parte quelli delle associazioni umanitarie che hanno scelto di rimanere, e l’Unicef ha già lanciato l’allarme alla comunità internazionale per le condizioni dei bambini. Dall'inizio dei combattimenti ne sono già stati uccisi almeno nove e feriti altri 50. Le ostilità stanno causando sfollamenti ed esponendo ulteriormente i bambini”.
Oltre che nella capitale, dove si stanno svolgendo gli scontri?
“La situazione è molto pericolosa in Darfur, dove i ribelli si sono impadroniti di alcune zone, specialmente a Geneina e Nyala…da quello che si sente, sono a ferro a e fuoco. Anche in quel territorio la popolazione sta rivivendo tristi ricordi, che di certo non si merita, per questo mi rivolgo alla comunità internazionale, perché non lasci solo il popolo del Sudan”.
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