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Sudan - Ambasciatore di Pace Ghamlouche: “Si tenti il dialogo”


Talal khrais - Hussein Ghamlouche, Ambasciatore internazionale per la Pace, incontra Assadakah New Agency, per discutere la situazione odierna in Sudan, mentre si intravvedono deboli spiragli di luce verso la soluzione della crisi che colpisce soprattutto la popolazione.

Esercito e ribelli hanno deciso di inviare propri rappresentanti, potenzialmente in Arabia Saudita, per arrivare a un cessate il fuoco "stabile e affidabile. Le Nazioni Unite - che hanno definito la situazione "senza precedenti" - mandano nel Paese africano il capo della sezione umanitaria. 75.000 gli sfollati tra cui almeno 20.000 hanno trovato riparo in Ciad, che già vive in condizioni di grande criticità economica".

Ghamlouche ha espresso soddisfazione perché Il Programma Alimentare Mondiale dell'ONU ha annunciato la ripresa delle sue attività in Sudan, dopo la sospensione seguita all'uccisione di tre dei suoi dipendenti in un momento in cui la popolazione ha un bisogno estremo. “Il Programma alimentare mondiale sta rapidamente riprendendo la programmazione per fornire l'assistenza salvavita di cui così tante persone hanno bisogno in questo moment in cui la situazione umanitaria sta raggiungendo un punto di rottura”.

Sulla possibilità di negoziazione l'Ambasciatore di Pace Ghamlouche: “E’ una splendida notizia dell’ultima ora che le parti in lotta abbiano accettato di inviare rappresentanti per eventuali negoziati. I colloqui pare si svolgeranno a in Arabia Sudita, che ha offerto la propria mediazione. E’ una piccola speranza, ma sarebbe il primo importante segnale di progresso dallo scoppio dei combattimenti del 15 aprile tra l'esercito nazionale, guidato dal generale Abdel Fattah Al Burhan, e le RSF, guidate dal generale Mohammed Hamdan Dagalo.

Da allora sono state uccise circa 530 persone, tra civili e combattenti, e altre 4.500 sono rimaste ferite, secondo il Ministero della Sanità sudanese." Sul massiccio esodo verso il Chad, Hussein Ghamlouche ha sottolineato: “Il vicino Chad, già poverissimo, comunque accoglie i profughi sudanesi. Proprio il PAM informa che circa 10.000-20.000 sudanesi hanno già attraversato il confine. Un Paese che, come molti altri ospitanti, devono affrontare i propri problemi, tra cui la carenza di cibo, la siccità e i prezzi elevati”.

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