Assadakah News - L’ambasciatore della Repubblica del Sudan in Italia, S.E. Sayed Altayeb ha parlato della situazione nel proprio Paese, funestato da una drammatica guerra civile, e sulle reali possibilità di una pace: “Fin dall'inizio della guerra, nell'aprile 2023, il governo di Khartoum è sempre stato disposto a sedersi al tavolo dei negoziati di pace, purché sulla base della piattaforma di Jeddah, con la presenza di Arabia Saudita e Stati Uniti ma senza la mediazione degli Emirati Arabi".
Di fatto, la situazione impone una rapida soluzione, di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti, con oltre 10 milioni di sfollati interni e più di 3 milioni di rifugiati nei Paesi limitrofi. L’ambasciatore Altayeb ha continuato: “Come governo legittimo, ci siamo sempre detti favorevoli alla piattaforma di Jeddah e abbiamo accettato sin da subito la dichiarazione del maggio 2023, a condizione che l'altra parte (le Forze di Supporto Rapido) facesse altrettanto. C'é un'altra iniziativa portata avanti dall'Igad (Autorità Intergovernativa Sviluppo, formata da Etiopia, Kenya, Somalia, Eritrea, Gibuti, Uganda e Sud Sudan), ma noi preferiamo la dichiarazione di Jeddah perché riteniamo che sia la più equilibrata in quanto include l'Arabia Saudita, che rappresenta gli interessi dei Paesi arabi, e gli Stati Uniti, portatori degli interessi dell'Occidente. Per noi ogni negoziazione deve basarsi sull'attuazione di questa dichiarazione. Le nostre riserve sono dovute al fatto che sono stati richiesti più osservatori e negoziatori, ma pare non sia necessario né opportuno coinvolgere altri attori, specialmente quelli coinvolti a pieno titolo nel conflitto”.
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