Migliaia di bambine e bambini nel Sudan orientale sono a rischio di colera a seguito di una grave epidemia causata da inondazioni diffuse, acqua contaminata e da un sistema sanitario decimato dopo 16 mesi di conflitto. Questo l'allarme lanciato da Save the Children - l'Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro.
Tra il 22 luglio e l'inizio di settembre sono stati segnalati quasi 2.900 casi di colera e 112 decessi. il Ministero della Sanità sudanese ha dichiarato ufficialmente l'epidemia il 12 agosto. Tuttavia, i numeri reali potrebbero essere più alti, poiché l'accesso limitato alle strutture sanitarie e i ritardi nelle segnalazioni da parte delle comunità stanno portando a una significativa sotto-segnalazione, secondo l'ultimo rapporto del Sudan Health Cluster - all'interno del quale collaborano le Nazioni Unite, il Ministero Federale della Salute e alcune Ong, tra cui Save the Children.
A El Damer, nello Stato del Nilo fluviale, e a Gedarif, nello Stato di Gedarif, gli operatori di Save the Children segnalano una forte impennata dei casi di colera tra i bambini sotto i cinque anni, che rappresentano quasi il 15% dei casi e dei decessi confermati in tutto il Paese.
L'impennata del colera non si è ancora conclusa, mentre i combattimenti iniziati ad aprile dello scorso anno, hanno devastato i sistemi sanitari e igienico-sanitari del Paese. Il colera si diffonde rapidamente a causa del trattamento inadeguato delle acque reflue, delle inondazioni e dell'acqua potabile non sicura, condizioni peggiorate a causa delle incessanti piogge che hanno colpito gran parte del Paese negli ultimi tre mesi.
Le inondazioni hanno già causato almeno 173 vittime e 505 feriti da giugno, secondo il Consiglio nazionale per la difesa civile. Le piogge hanno anche causato il crollo della diga di Arbaat, nello Stato del Mar Rosso, il 24 agosto, che è la principale fonte di acqua potabile per la città costiera di Port Sudan, un hub umanitario vitale.
Le forti piogge e le inondazioni hanno anche fatto sfollare 4.300 persone dai campi di sfollati nello Stato del Darfur settentrionale, compreso il campo di Zamzam, dove è stata recentemente dichiarata la carestia. Le inondazioni hanno distrutto circa 900 tende e spazzato via le latrine all'interno dei campi, interrompendo il lavorio umanitario.
Con oltre 25,6 milioni di persone in tutto il Paese che necessitano di aiuti, la crisi ha aggravato la scarsità di cibo, esponendo i bambini al rischio di malnutrizione.
''I bambini in Sudan sono passati da un orrore a un altro. Già prima dello scoppio del conflitto, l'anno scorso, il Paese era teatro di una delle più gravi crisi umanitarie del mondo, con scontri localizzati, disastri naturali, epidemie e crisi economiche che hanno lasciato 15,8 milioni di persone in difficoltà. Ora sono 25,6 milioni le persone che necessitano di aiuto, e con malattie come il colera non faranno che aumentare ulteriormente. I conflitti non sono solo violenza immediata, ma anche un lento ma letale stillicidio di altre gravi minacce alla vita dei bambini, come la malnutrizione e le malattie'', ha dichiarato Mohamed Abdiladif, Direttore nazionale ad interim di Save the Children in Sudan. ''Stiamo lavorando per garantire l'accesso all'acqua potabile, alle strutture igienico-sanitarie e alle attività di promozione dell'igiene per prevenire la diffusione di malattie trasmesse dall'acqua, come il colera, nelle aree colpite dai conflitti. Tuttavia, ab biamo urgentemente bisogno di un'iniezione massiccia di fondi per fornire le cure necessarie per il colera''.
Save the Children sta conducendo test quotidiani sulla qualità dell'acqua, monitorando e depurando 35 fonti d'acqua nella località di Sawakin, nello Stato del Mar Rosso, e ha smaltito 125 tonnellate di rifiuti solidi presso le discariche designate.
Nello stato di Gedaref, Save the Children sta sostenendo il trattamento e la gestione dei casi di colera e sta fornendo acqua potabile ai centri di trattamento del colera. L'agenzia umanitaria, inoltre, sta fornendo assistenza alle famiglie vulnerabili per consentire loro di acquistare beni di prima necessità come cibo e acqua e di avere assistenza sanitaria.
Save the Children opera in Sudan dal 1983 e attualmente sostiene i bambini e le loro famiglie in tutto il Paese fornendo assistenza sanitaria, nutrizionale, educativa, di protezione dell'infanzia, di sicurezza alimentare e di sostentamento. Save the Children sostiene anche i rifugiati sudanesi in Egitto e nel Sud Sudan.
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