![Foto dal sito di Save the Children](https://static.wixstatic.com/media/fb1989_fc0bf211bc8541b58aa2f16640dc877c~mv2.jpg/v1/fill/w_400,h_267,al_c,q_80,enc_avif,quality_auto/fb1989_fc0bf211bc8541b58aa2f16640dc877c~mv2.jpg)
Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Nell’ultimo trimestre 2024 si è registrato il più alto numero di violenze dall’inizio del conflitto. È a carattere di urgenza l’appello di Save the Children che opera in Sudan dal 1983 e attualmente sostiene le bambine, i bambini e le loro famiglie in tutto il Paese fornendo assistenza sanitaria, nutrizionale, educativa, protezione dell’infanzia, sicurezza alimentare e sostentamento. L’Organizzazione umanitaria sostiene anche i rifugiati sudanesi in Egitto e nel Sud Sudan. La brutalità del conflitto negli ultimi tre mesi del 2024 ha prodotto più vittime che negli ultimi due anni della guerra che sta distruggendo il Paese africano. La spirale di violenza non pare aver fine: fame, sfollamento (si registra il numero di sfollati più alto di tutto il mondo: 12 milioni), continui attacchi violenti ai danni di minori e civili non accennano a diminuire. L’appello di Save the Children riprende la denuncia di gennaio delle Nazioni Unite che allarmava rispetto alle gravi violazioni contro i bambini.
“Quest’anno, i bambini e le loro famiglie, soprattutto quelli che si rifugiano nel Darfur settentrionale e a Khartoum, hanno subito bombardamenti e attacchi indiscriminati con conseguenze devastanti. L’impunità con cui vengono attaccati i civili e le infrastrutture in tutto il Sudan, compresi gli assalti mirati a ospedali, mercati e impianti idrici, mina il diritto internazionale, - ha dichiarato Mohamed Abdiladif, direttore di Save the Children in Sudan - Save the Children chiede a tutte le parti coinvolte in questo conflitto di rispettare la protezione dei civili ai sensi del diritto internazionale, di evitare il posizionamento di obiettivi militari in prossimità di aree civili e di assicurare l’allontanamento dei civili dalle zone di conflitto attivo”.
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