Assadakah News - Il comandante dell’esercito sudanese Abdel Fattah al Burhan ha ricevuto, il 21 luglio a Port Sudan, la città sul mar Rosso diventata la capitale di fatto, il nuovo ambasciatore iraniano, S.E. Hassan Shah Hosseini. Allo stesso tempo Al Burhan ha inviato in Iran il diplomatico Abdelaziz Hassan Saleh come ambasciatore sudanese a Teheran, mettendo fine a una frattura durata otto anni. Il governo del Sudan ha riallacciato i rapporti con la Repubblica Islamica dell’Iran alla ricerca di alleati nella guerra contro i paramilitari ribelli delle Forze di Supporto Rapido (RSF).
"La presentazione delle credenziali dell'ambasciatore iraniano oggi simboleggia un nuovo capitolo nelle nostre relazioni bilaterali", ha affermato Hussein Al-Amin, sottosegretario del ministero degli Affari Esteri sudanese. Ha sottolineato l’impegno condiviso dei due Paesi nel rafforzare i legami e nell’esplorare strade di cooperazione.
Il nuovo ambasciatore iraniano ha fatto eco a questo sentimento, impegnandosi a lavorare per promuovere legami più forti tra le due nazioni, e ha ribadito il sostegno dell’Iran alla sovranità e all’integrità territoriale del Sudan.
Il passo successivo per Teheran potrebbe essere la concessione, finora negata dal Sudan, di installare una sua base militare permanente sulla costa del mar Rosso.
L’Iran da mesi sta facendo pressioni sui vertici sudanesi in questo senso, deciso a ritagliarsi un ruolo sempre più da protagonista nella regione. A maggior ragione dopo la recente escalation di tensione armata iniziata con l’attacco di droni lanciato contro Tel Aviv dalle milizie houthi, cui Israele ha risposto il 20 luglio, colpendo a sua volta “obiettivi militari” nel porto yemenita di Hodeidah.
Con l’inizio del conflitto tra Israele e il movimento terrorista filo-iraniano Hamas a Gaza, le milizie houthi hanno iniziato a colpire le navi in transito nel Golfo di Aden dirette verso Israele, causando gravi danni a una delle più trafficate rotte commerciali al mondo.
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