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Sudan - A Juba i colloqui di pace

Assadakah News Agency - Il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, ha ufficialmente confermato che il proprio Paese ospiterà un incontro fra le rappresentanze delle parti in guerra nel Sudan, al fine di trovare un immediato accordo per un cessate-il-fuoco che possa dare tregua alla popolazione stremata, specialmente nel Darfur e nel Kordofan. Dopo oltre sei mesi di conflitto.

Salva Kiir non ha precisato da chi sono composte le delegazioni, ma ha manifestato un appello ai leader politici e militari del Sudan perché fermino la carneficina in atto e la morte di civili innocenti, per la stabilità non solo del Paese, vista la posizione politica, geopolitica, geografica e molto altro. Ovvero, la posta in gioco.

Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente del Sud Sudan, Tut Gatluak Manime, spiega che i leader del Sudan devono rivedere l'accordo di pace di Juba, firmato nel 2020 fra l'allora Governo di Transizione e la maggior parte delle fazioni e dei vari gruppi ribelli, primo fra tutti la Rapid Support Force, ex Janjaweed e responsabili del genocidio in Darfur.

L'esercito sudanese combatte dal 15 aprile contro i paramilitari ribelli della RSF, causando migliaia di morti e oltre cinque milioni di sfollati, secondo una stima dell'ONU.

Gli analisti ritengono che Kiir sia nella posizione migliore per mediare tra le parti. A giugno, infatti, l'Autorità Intergovernativa per lo sviluppo dell'Africa orientale (Igad) aveva nominato il presidente del Kenya, William Ruto, alla guida del gruppo di mediazione per il conflitto in Sudan, ma l'esercito sudanese ha respinto l'iniziativa. Ora il presidente del Sud Sudan potrebbe davvero essere l’uomo chiave per fermare la drammatica guerra nel Paese africano.

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