Assadakah News - Con Bashar al-Assad fuggito in Russia e la caduta del suo sistema di potere, l'UE è pronta a voltare pagina e a dare un'altra possibilità alla Siria.
Bruxelles e altre hanno già stabilito contatti diretti con il governo provvisorio di Damasco guidato da Hayat Tahrir al-Sham (Hts). I leader europei hanno già stabilito i principi guida per ripristinare le relazioni. Come segnale di apertura, hanno fatto ripartire gli aiuti umanitari.
"Vogliamo sostenere la ripresa economica della Siria e l'Unione europea è pronta ad alleggerire le sanzioni. Ma il nuovo Governo deve fare passi in avanti concreti rispetto al precedente", ha dichiarato l'alto rappresentante per la Politica Estera Kaja Kallas durante una visita ad Ankara in Turchia.
Si prevede che la riunione dei ministri degli Esteri di lunedì possa produrre un accordo sull'alleggerimento delle sanzioni, fondamentale per il Paese secondo Hts.
I diplomatici di Bruxelles ritengono che i tempi siano maturi a livello politico per prendere la decisione. Avvertono che però le sanzioni saranno revocate per un tempo limitato e in maniera graduale e che Bruxelles potrà ripristinare le sanzioni se l'Hts non manterrà le promesse per una governance inclusiva. "La sospensione delle sanzioni deve avvenire il prima possibile e deve essere reversibile", ha dichiarato un alto diplomatico. "Valuteremo le azioni del nuovo Governo e, se necessario, faremo marcia indietro. Si tratta di una sospensione, non di una revoca".
Le sanzioni finanziarie
Le sanzioni che Bruxelles ha imposto in risposta alle ripetute violazioni dei diritti umani da parte di Assad durante la guerra civile siriana sono state numerose e hanno portato al crollo delle relazioni economiche tra UE e Siria.
Nel 2023, la Siria era il 143esimo partner commerciale dell'Unione, con scambi per 396 milioni di euro. Una delle ragioni alla base di numeri così bassi sono le sanzioni introdotte da Bruxelles nei confronti del governo e dell'economia siriana. Una scelta dettata dalla volontà di evitare di favorire violazioni dei diritti umani da parte di Assad con denaro europeo.
Di conseguenza, agli Stati membri è vietato fornire al governo siriano sovvenzioni, aiuti finanziari e prestiti agevolati di ogni tipo. Il divieto si estende anche alla Banca europea per gli investimenti (Bei), che non può effettuare alcun prestito o pagamento alla Siria. È vietato anche l'acquisto diretto e indiretto di obbligazioni siriane.
Per quanto riguarda il settore bancario, le sanzioni vanno in entrambe le direzioni: le banche europee non possono aprire filiali in territorio siriano e viceversa, inclusi i casi di joint venture. La liquidità della Banca centrale siriana non può essere rimpinguata in nessun modo con denaro europeo. Anche l'assistenza pubblica e privata a sostegno del commercio UE-Siria è vietata. Nel complesso, le sanzioni rendono virtualmente impossibile la collaborazione fra governi e aziende europee e qualsiasi tipo di soggetto finanziario siriano, soprattutto statale.
Sebbene vengano previste deroghe per gli aiuti umanitari, le Ong si trovano a muoversi in un panorama complesso. Uno studio del 2023 del Parlamento europeo ha evidenziato il "rifiuto diffuso" da parte delle banche a compiere qualsiasi trasferimento di denaro verso la Siria,** per paura di violare le sanzioni.
La sospensione delle sanzioni da parte dell'Europa (principale donatore della Siria), sarà essenziale per fornire assistenza per la ricostruzione, per il ripristino delle infrastrutture e dei servizi pubblici. È molto probabile che le sanzioni per gli aiuti umanitari siano le prime a cadere. "Lo stiamo valutando", ha detto un altro diplomatico. "Siamo consapevoli che dobbiamo muoverci in fretta, in modo da aiutare la Siria in questa transizione".
Blocco del petrolio sull'economia
A differenza di altri Paesi del Medio Oriente, la Siria non esporta molto petrolio e gas. Tuttavia entrambi i combustibili sono cruciali per sostenere l'economia.
Prima dell'inizio della guerra civile, la Siria produceva quasi 400mila barili di petrolio al giorno. Ma quando sono iniziati i combattimenti, la produzione è crollata a 30mila, per poi risalire negli ultimi anni a 95mila.
Le sanzioni europee hanno contribuito al calo della produzione: Bruxelles ha vietato l'acquisto, l'importazione e il trasporto di greggio e prodotti petroliferi siriani.
Lo scopo è di paralizzare l'industria petrolifera. È stato bloccato l'afflusso di denaro in modo diretto e indiretto, oltre alla fornitura di attrezzature e assistenza tecnica. Due mosse che non permettono una manutenzione e un ammodernamento adeguato per le infrastrutture. Un divieto simile si applica all'industria del gas.
Le politiche energetiche hanno peggiorato la crisi umanitaria
Inoltre, l'UE ha vietato alle sue aziende di partecipare alla costruzione di nuove centrali elettriche. Non sono consentite nemmeno acquisizioni, joint venture, prestiti, crediti e assistenza tecnica in questo campo.
Le sanzioni sull'energia (in particolare sulla produzione di elettricità) sono state oggetto criticate subito dopo la caduta di Assad. La lunga guerra ha portato dietro di sé una crisi umanitaria e ha stremato il Paese, rendendo le interruzioni di corrente frequenti. Bruxelles avrà quindi un occhio di riguardo per il settore energetico.
Blocco prodotti utilizzabili dall'esercito
Le finanze e l'energia rappresentano i filoni più importanti delle sanzioni europee alla Siria, a causa del loro impatto e delle conseguenze economiche. Ma non sono le uniche, inftti anche il commercio di oro e diamanti è stato proibito.
Sono state inoltre bloccate le esportazioni di merci utilizzabili dall'esercito, come tute protettive, maschere antigas, attrezzature per telecomunicazioni.
Inoltre, le sanzioni hanno vietato l'esportazione di agenti chimici tossici, per evitare che venissero usate per costruire armi di distruzione di massa. La guerra civile ha in effetti visto decine di episodi in cui le forze di Assad hanno utilizzato armi chimiche: di solito si tratta di cloro, sarin o iprite, usati per uccidere ribelli e civili. Inoltre, l'UE ha imposto un embargo su armi, munizioni, veicoli militari e pezzi di ricambio alla Siria.
Sanzioni sulle persone vicine ad Assad
Nel tentativo di colpire i vertici dello stato siriano, considerati vicini agli Assad, Bruxelles ha vietato l'esportazione di beni di lusso come veicoli, barche, gioielli, gemme, vini, liquori, cibo di pregio, orologi, scarpe e borse.
Fra le persone sanzionate ci sono ministri del governo, ufficiali dell'esercito e dei servizi segreti e importanti uomini d'affari. Queste persone sono accusate di aver contribuito alla repressione nel Paese a partire dal 2011.
La lista nera, rinnovata a novembre, comprende 318 persone e 86 enti. A loro è stato imposto un congelamento dei beni e il divieto di viaggio.
Tutte queste sanzioni rimarranno in vigore per il momento, data l'instabilità politica del post-Assad, dove il rischio di violenza settaria, estremismo e terrorismo è ancora alto. La sospensione delle sanzioni riguarderà "la ricostruzione, la riabilitazione e l'implementazione di misure per favorire il dinamismo economico" in Siria, ha dichiarato un alto funzionario dell'Ue. Il funzionario ha sottolineato che non ci sarà un ammorbidimento su armi, apparecchiature di sorveglianza, tecnologie, sostanze chimiche e persone inserite nella lista nera.
Le altre sanzioni
Anche il settore dei trasporti è sottoposto a dure sanzioni: ad oggi i voli operati dalle compagnie siriane, come la Syrian Arab Airlines, non possono atterrare negli aeroporti dell'UE e gli Stati membri non possono fornire carburante alle compagnie siriane.
Le autorità europee sono obbligate a ispezionare il carico delle navi dirette in Siria, se sospettano la presenza di merci proibite a bordo. In caso vengano individuate, il sequestro diventa obbligatorio.
Inoltre, agli Stati membri è vietato commerciare oggetti di "importanza archeologica, storica, culturale, scientifica e religiosa" che sono stati esportati illegalmente dalla Siria dopo l'inizio della guerra civile. Secondo le regole europee, il divieto non si applica se gli oggetti culturali "vengono restituiti ai legittimi proprietari in Siria". Le restituzioni potrebbero diventare più frequenti dopo la caduta di Assad. Sanzioni alla Siria, per la sospensione "Servirà del tempo"
Alimenti e medicinali esenti da restrizione
"Il regime delle sanzioni è piuttosto complesso", ha dichiarato un diplomatico dell'Ue. Aggiunge poi che l'accordo con la Siria richiederà "un po' di tempo" per essere tradotto in atti concreti che portino alla sospensione effettiva delle sanzioni.
"Come precondizione per la sospensione delle sanzioni servono passi concreti verso la stabilità e l'inclusività delle varie forze politiche e sociali da parte di Damasco".
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