Roberto Roggero* - Secondo quanto riferisce pubblicamente il leader di Hayat Tahrir Al-Sham, Ahmad El-Chareh (già Al-Jolani), oggi al vertice della nuova Siria, non ci saranno interferenze con il Libano. Lo ha confermato ricevendo a Damasco il leader socialista libanese Waid Joumblatt, alla guida del PSP, Partito Progressista socialista.
Ahmad el-Chareh, ha definito oggi le grandi linee della politica che intende seguire con il Libano, basata sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale. Ha invitato in particolare i libanesi a cancellare dalla loro memoria il ricordo dell'antica Siria in Libano.
Walid Joumblatt è alla sua prima visita in Siria da oltre 13 anni anche come unico politico libanese. Era accompagnato da una folta delegazione di deputati del blocco parlamentare del suo partito e da dignitari religiosi drusi, tra cui il leader spirituale della comunità libanese, Sheikh Akl Sami Abi el-Mona.
In discussione le questioni di interesse comune, per la prima volta in giacca e cravatta. In un breve discorso, ha elogiato il popolo siriano per la sua rivolta, così come i suoi leader per la loro lotta per porre fine all’oppressione e alla tirannia.
Joumblatt ha espresso la speranza che coloro che hanno commesso crimini contro il popolo libanese siano ritenuti responsabili delle loro azioni, e ha augurato giustizia per coloro che hanno commesso crimini contro il popolo siriano, e che alcune carceri siano trasformate in musei. Ha poi sottolineato che le relazioni libanese-siriane dovrebbero ritornare al loro corso naturale attraverso i canali diplomatici. In questo contesto ha consegnato al suo ospite un memorandum sulle relazioni Llbano-Siria nonché un'opera storica dell'emiro Shakib Arslan.
Il leader socialista ha inoltre ribadito che le fattorie di Chebaa sono siriane, affrontando con il suo ospite la questione della delimitazione territoriale dei confini libanese-siriani. Un argomento controverso in Libano, dove questi villaggi sono considerati libanesi, in particolare dall'ex cosiddetto asse della resistenza. Secondo lui le fattorie di Chebaa rientrano nel campo di applicazione della Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza ONU. La Risoluzione 242 adottata in seguito alla Guerra dei Sei Giorni, richiede il ritiro di Israele dai territori occupati. Durante questa guerra, lo Stato ebraico invase e occupò il Sinai, il Golan siriano (di cui fanno parte, secondo Walid Joumblatt, i villaggi di Chebaa), la Cisgiordania e Gerusalemme Est. Israele si ritirò dal Sinai nel 1978, in seguito agli accordi di pace con l’Egitto. Ahmad el-Chareh non ha voluto commentare la proprietà delle fattorie di Chebaa. Interrogato poi su questo tema, ha ritenuto “prematuro parlarne durante la fase di transizione” in Siria.
Il nuovo leader siriano, tuttavia, ha promesso ai suoi ospiti che il suo Paese non eserciterà più un'influenza negativa in Libano e che rispetterà la sovranità del Paese.
In Libano, anche l'ex primo ministro Saad Hariri ha accolto con favore la caduta del regime siriano di Bashar al-Assad sabato, descrivendola come atto intimidatorio verso persone e gruppi ed un esercizio del potere in modo arbitrario.
(*Direttore responsabile Assadakah News)
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