Najia Hossori (Assadakah Cairo) - Il segretario generale della Lega degli Stati arabi, Ahmed Aboul Gheit, ha dichiarato martedì che il piano di ricostruzione di Gaza mira a fornire una risposta chiara ai piani di sfollamento dei palestinesi e ha ottenuto un grande consenso arabo. Aboul Gheit ha aggiunto: "Il vertice ha espresso un'alternativa realistica alla ricostruzione della Striscia di Gaza senza sfollare la popolazione, e la sua dichiarazione sottolinea la necessità di continuare i negoziati per il cessate il fuoco. Il piano arabo traccia un nuovo percorso politico e di sicurezza a Gaza".

Il Libano
La corrispondente al Cairo, riferisce che il Libano è riuscito a modificare l'articolo nelle decisioni del vertice arabo di emergenza, che quindi diventa: “Necessità di attuare l'accordo di cessate il fuoco con tutte le disposizioni, e aderendo alla Risoluzione 1701; Condanna delle violazioni israeliane e ritiro completo delle truppe israeliane dal territorio libanese verso i confini riconosciuti; Consegna dei prigionieri detenuti nella recente guerra; Ritorno all'impegno per l'accordo di armistizio firmato nel 1949; Sicurezza e sovranità dello Stato libanese. Prima di essere modificato, l’articolo prevedeva: necessità di un cessate-il-fuoco in Libano con tutte le sue disposizioni; Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza; Condanna delle violazioni israeliane e sostegno alla Repubblica libanese, alla sua sicurezza e sovranità".
Il Presidente della Repubblica, Joseph Aoun, ha proseguito la serie di incontri che sta avendo con i capi delegazione partecipanti al vertice arabo d'emergenza del Cairo. A margine del vertice, il presidente Aoun ha incontrato l'emiro dello Stato del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, e ha discusso con lui delle relazioni libanese-qatariane e della situazione generale in Libano e nella regione. Dopo che Sheikh Tamim si è congratulato con il Presidente della Repubblica per la sua elezione, ha affermato la disponibilità del suo Paese “a continuare a fornire sostegno all’esercito libanese e a contribuire a sostenere progetti vitali come lo sviluppo del settore elettrico”. Al termine dell'incontro, il presidente Aoun e Sheikh Tamim si sono scambiati gli inviti ufficiali a visitare i due Paesi.

Il presidente Aoun ha incontrato il re giordano Abdullah II bin Al Hussein, alla presenza dei membri delle delegazioni libanese e giordana presenti al vertice, e ha discusso con lui delle relazioni tra i due paesi, della situazione generale nella regione e della situazione in Siria alla luce dei recenti sviluppi. Il presidente Aoun ha ringraziato il re giordano per il sostegno fornito dal Regno hashemita all'esercito libanese, e il re ha confermato che "un nuovo lotto di veicoli militari sarà inviato in Libano per sostenere l'esercito".
Il presidente Aoun ha incontrato anche il presidente palestinese Mahmoud Abbas, che si è congratulato con lui per la sua elezione a presidente della Repubblica e gli ha assicurato “il sostegno e il sostegno dell’Autorità palestinese a tutte le misure adottate dal governo libanese per rafforzare la sovranità dello Stato sul territorio e attuare la Risoluzione 1701”.
Il presidente Aoun ha ringraziato il presidente Abbas per le sue congratulazioni e gli ha ribadito "la posizione del Libano a sostegno del diritto dei palestinesi a fondare il proprio Stato e a non essere sfollati, come affermato nell'iniziativa di pace del 2002 a Beirut".
Algeria e Tunisia
L'annuncio dei leader di Algeria e Tunisia di non partecipare al summit arabo di emergenza al Cairo di oggi, riguardante Gaza e la questione palestinese, ha sollevato interrogativi sul livello di partecipazione e sull'impatto dei suoi suoi esiti. Nel frattempo, una fonte egiziana ha confermato al giornale "Asharq Al-Awsat" che il suo paese ha esteso un invito a tutti i leader degli Stati arabi membri della Lega.

Tebboune ha incaricato il ministro degli Esteri, Ahmed Attaf, di rappresentare l'Algeria, e ha attribuito la decisione a squilibri e carenze che hanno rovinato il processo preparatorio. Ieri invece, poche ore prima del vertice, la presidenza tunisina ha annunciato che il presidente tunisino Kais Saied aveva incaricato il ministro degli Esteri, Mohamed Ali Nafti, di guidare la delegazione tunisina che partecipava al vertice di emergenza. Secondo la presidenza tunisina, la Tunisia rinnoverà la sua posizione ferma e di sostegno ai diritti dei palestinesi, primo fra tutti la creazione di uno Stato indipendente e sovrano su tutto il territorio palestinese con Gerusalemme come capitale.
Da parte sua, la fonte egiziana ha affermato: "La posizione dell'Algeria e della Tunisia non può essere considerata un'assenza dalla partecipazione al vertice, perché l'invio di un rappresentante del capo dello Stato e a suo nome è considerato una partecipazione ufficiale, e questo è l'obiettivo: posizioni e partecipazione ufficiale".
Tregua, ricostruzione e controllo
A un giorno dalla scadenza della prima fase di cessate il fuoco a Gaza, i leader e i ministri degli Esteri dei Paesi arabi si preparano alla elaborazione di un piano comune sulla ricostruzione della Striscia.
L’Egitto ha presentato il suo piano di ricostruzione di Gaza, che garantisce ai palestinesi di rimanere nella propria terra, a differenza di quanto proposto un mese fa dal presidente statunitense Trump. Nelle scorse settimane, i Paesi arabi hanno pubblicamente respinto il piano Trump, soprattutto Egitto e Giordania.
Una proposta concreta con un ruolo centrale dei Paesi arabi, non solo nella ricostruzione ma anche nella governance di transizione.
Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha spiegato che il piano di ricostruzione deve essere approvato dal vertice de Paesi arabi, prima di poter essere presentato a qualsiasi parte straniera. Sono certamente necessari enormi finanziamenti internazionali per il piano, con un ruolo cruciale dell'Europa, senza perdere di vista la crisi ucraina.

Per Gaza e la Cisgiordania, sono chiamati in prima linea Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar, ognuno con un'agenda politica per la questione palestinese e per il ruolo di Hamas. Intanto, sul campo gli israeliani continuano a interrompere il flusso di aiuti alla popolazione palestinese, come vero e proprio utilizzo della fame come arma da guerra, inaccettabile e inammissibile. Da considerare poi l’inizio del mese sacro di Ramadan, proprio in concomitanza con l’inizio della Fase 2 dell'accordo.
Il ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, ha commentato: "I Paesi arabi uniti hanno dato un'opinione e offerto una proposta per il dopo cessate-il-fuoco, ma cerchiamo anzitutto di difendere soprattutto la tregua e il transito di aiuti, in coordinamento con l'Autorità Nazionale Palestinese. L’Italia conferma la volontà dei Due Popoli, Due stati. Ci vorrà tempo ma bisogna lavorare per questo”.
Il primo ad arrivare al Cairo è stato il presidente siriano ad interim, Ahmad al-Sharaa, poi il vertice si è aperto con il discorso di benvenuto del presidente egiziano, Abdel Fattah Al-Sisi, e del re del BahrAin, S.A. Hamad bin Issa Al-Khalifa. Quindi è cominciata la riunione a porte chiuse per approvare la dichiarazione finale.
Dichiarazione finale
Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha incontrato gli omologhi arabi e ha anticipato il piano egiziano per Gaza, con la mediazione del Qatar.
Nel frattempo, la Striscia di Gaza è devastata da 16 mesi di guerra fra Israele e Hamas, e l'Onu stima che il costo della ricostruzione di questo territorio in rovina, dove circa 2,4 milioni di palestinesi sono assediati da Israele, ammonti a oltre 55 miliardi di dollari.
Il vertice di emergenza della Lega araba al Cairo, è terminato con la dichiarazione finale, nella quale si legge: “Affermiamo la priorità del completamento del cessate il fuoco, che si trova ad affrontare una sfida importante; Il piano egiziano su Gaza è stato trasformato nel piano arabo dopo la sua approvazione; Il piano arabo traccia un nuovo percorso per la sicurezza e la politica a Gaza; Coordinamento nell'ambito del Comitato Arabo Islamico per illustrare il piano alla comunità internazionale; Il comitato di tecnocrati per gestire Gaza non sarà fazioso e gestirà la Striscia per 6 mesi. Chiediamo al Consiglio di Sicurezza di schierare forze internazionali di mantenimento della pace in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza”.
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