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Speciale Lega Araba - Fondamentale Summit per Gaza

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Assadakah News - L’ambasciatore Hossam Zaki, vicesegretario generale aggiunto della Lega Araba, ha confermato che il vertice previsto al Cairo il 27 febbraio potrebbe essere rinviato di alcuni giorni per motivi logistici. La sostanza non cambia, la sfida è forse la più importante che la stessa Lega Araba è chiamata ad affrontare negli ultimi decenni: presentare una posizione forte e compatta sulla causa palestinese, in particolare riguardo alla questione dello sfollamento della popolazione di Gaza e, in un probabile e, si spera, solo immaginario futuro, probabilmente anche della Cisgiordania occupata.

Gli argomenti sul tavolo si conoscono e sono oltremodo evidenti: Sfida agli interessi degli Stati Uniti; Valutazione di misure volte a ridurre l'influenza americanain Medio Oriente, comprese possibili restrizioni alle basi militari statunitensi, se Washington continuerà a sostenere le politiche israeliane; soluzione dei due Stati; Rafforzare i legami con le potenze globali alternative, e approfondimento delle relazioni con Cina, Brasile, Russia e India, che si oppongono al predominio degli Stati Uniti e sostengono i diritti dei palestinesi; Riconciliazione palestinese (Fatah e Hamas), e particolare attenzione all'integrazione di Hamas per il controllo di Gaza; Presentare i palestinesi, e la Palestina, come entità politica, unitamente alla ricerca di una soluzione globale.

E’ quindi un momento decisivo per la diplomazia araba e per le conseguenze che l’intero pianeta potrebbe subire con un predominio statunitense nella Regione.

Alti funzionari dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) affermano che il vertice del Cairo rappresenta una prova storica della volontà del mondo arabo di proteggere i palestinesi dagli attacchi israeliani e americani, con il rischio di un pericoloso precedente per la pacificazione del Medio Oriente.

La Lega Araba punta quindi a un cambiamento concreto, tangibile, reale, in aspetti che riguardano successivamente influenza economica, alleanze strategiche, sostegno diretto ai palestinesi, e garantire che la causa palestinese non venga messa da parte.

Una pietra miliare nel delineare la posizione del mondo arabo sulla questione palestinese.

Per Egitto e Giordania, il vertice rappresenta poi una tappa fondamentale per contrastare quelle che percepiscono come politiche statunitensi e israeliane che hanno l’evidente obiettivo di insabbiare la causa palestinese e imporre decisioni e soluzioni unilaterali.

La preoccupazione più urgente è il piano Trump per lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza ad altre nazioni della regione, soprattutto Giordania ed Egitto, mossa considerata minaccia diretta alla sicurezza nazionale araba, quindi spingere il fronte dell’opposizione al piano Trump oltre le condanne verbali: qualsiasi soluzione che violi i diritti dei palestinesi o minacci la sicurezza nazionale di Egitto e Giordania sarà respinta.

Il successo del summit non sarà misurato solo dalla retorica, ma dall'attuazione di misure concrete che trasmettano un messaggio chiaro a Stati Uniti e Israele.

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