Assadakah News - Le testimonianze dirette al convegno hanno quindi evidenziato diversi elementi importanti nella panoramica della condizione femminile, nei Paesi islamici. Nei settori specifici che sono stati illustrati, fra cui infrastrutture, commercio, tecnica aziendale, e più in generale nell’imprenditoria e business, è stata richiamata l’attenzione sul confronto fra realtà iraniana/islamica e italiana/occidentale, che dalla condizione femminile si allarga poi alla globalità di rapporti e relazioni.
Lo scopo è condividere le esperienze con le donne imprenditrici italiane, per creare un dialogo più ravvicinato e costruttivo, per affrontare sfide, opportunità e innovazione, e per l’avvalorare sempre più il ruolo delle donne nell’ecosistema degli Startup in Iran.
I dati parlano chiaro: nel mondo abbiamo 3,5 miliardi di lavoratori dei quali il 40% sono donne. Questo dato nell’UE si aggira intorno a 707 milioni di lavoratori il quale 46,4% sono donne. In Iran invece abbiamo 24,5 milioni di lavoratori, ma la percentuale femminile è solo il 18,3%. Già da questi dati notiamo il gap notevole che esiste tra la partecipazione al mercato di lavoro delle donne iraniane con la media mondiale. Di seguito cercherò di approfondire sulle cause e le motivazioni di questi dati fattuali registrati in Iran.
Altro dato importante è la partecipazione delle donne nel mercato del TIC: il 33% delle persone che lavorano nel settore sono donne, questo dato in Europa si aggira intorno al 30% e in Iran il 16% e anche qui notiamo le distanze.
La chiave per entrare nell’argomento è la percentuale delle donne laureate nelle discipline o nei corsi di studio classificati con il termine STEM (science, tecnologia, engineering, mathematics): nel mondo sono il 35%, nella UE e in Iran sono rispettivamente 32,8% e 31,2%. La media iraniana è molto vicina a quella mondiale e dell’Unione Europea.
Perché pur avendo una percentuale alta nelle discipline STEM, le donne laureate non riescono a entrare nel mondo del lavoro? Le sfide più importanti che le donne iraniane devono affrontare per entrare nel mondo del lavoro, nonostante il raggiungimento di un indice vicino alla parità di genere nell’ambito dell’istruzione universitaria, possono essere le seguenti: politiche del Governo, indifferenti sia in contesto locale che globale; la cultura pubblica generale; le sanzioni economiche durature, che hanno inciso tanto negli ultimi anni.
Nell’ambito delle politiche del Governo, sia nelle imprese che a livello generale, la sfida principale è la neutralità delle persone che prendono decisioni e non cercano di creare un bilanciamento positivo a favore della presenza delle donne nell’economia.
Per quanto riguarda la cultura pubblica oltre alle somiglianze che ci sono a livello mondiale riguardo alle problematiche, in Iran abbiamo un pensiero molto diffuso tra la popolazione che vede l’uomo come il principale sostenitore economico della famiglia e quindi le risorse della famiglia vengono maggiormente destinate ai figli maschi per aiutarli ad avviare una loro attività dopo che si sono laureati. Inoltre altre funzioni femminili come la procreazione, accudire i bambini e prendersi cura della casa oltre a quello detto prima sono i protagonisti principali del motivo della percentuale bassa delle donne nel mercato del lavoro. Questo accade nella maggior parte dei paesi al mondo.
La questione delle sanzioni economiche durature, non rientrano nel dibattito ma gli effetti negativi che possono avere sull’economia del TCI iraniano sono innegabili, e di conseguenza sono le donne che ne risentono maggiormente perché sono la parte più fragile di queste economie.
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