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Speciale - Hind Rajab, simbolo del genocidio palestinese

Roberto Roggero - Fra le oltre 38mila vittime della follia israeliana scatenata contro la popolazione civile innocente di Gaza, ci sono più di 18mila bambini, la cui infanzia è stata brutalmente stroncata dalle bombe e dai missili dello stato ebraico occupante. Hind Rajab è una di queste piccole vittime, diventata simbolo di tutti i bambini uccisi in questa nuova e atroce rappresaglia scatenata dal governo sionista di ultradestra, presieduto da Benjamin Netanyahu, che non pochi considerano, a pieno titolo, assassino di massa, criminale di guerra e responsabile di genocidio.

La piccola Hind era nata nel 2017 e aveva solo 6 anni quando è morta il 29 gennaio 2024 con sei persone della sua famiglia e due paramedici impegnati nei soccorsi.

La famiglia della piccola Hind stava cercando di fuggire da Gaza, come migliaia di altri palestinesi in preda alla disperazione, quando l’auto sulla quale viaggiava è stata deliberatamente presa di mira dai proiettili israeliani e poco dopo anche da un carro armato. Hind è sopravvissuta, con una cugina, a un primo attacco, che ha ucciso lo zio, la zia e tre cugini. E’ stata la cugina sopravvissuta a chiamare la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) chiedendo aiuto, prima di morire e lasciare la piccola Hind bloccata nell’auto per diverse ore, mentre i soccorritori tentavano di liberarla. Sia Hind Rajab che i paramedici sono stati successivamente trovati morti il 10 febbraio dopo il ripiegamento israeliano.

Israele ha affermato che non erano presenti truppe nel quartiere e ha negato di aver effettuato l'attacco, versione smentita da indagini basate su immagini satellitari e prove visive, che hanno concluso che un certo numero di carri armati israeliani erano effettivamente presenti e uno ha sparato 335 colpi contro l'auto su cui si trovavano Rajab e la famiglia. L'indagine di Forensic Architecture ha inoltre concluso che un carro armato israeliano aveva attaccato anche l'ambulanza che stava accorrendo per Hind Rajab.

I media occidentali sono stati criticati per la loro copertura dell'incidente, in special modo perché non ha manifestamente attribuito la responsabilità all’invasore israeliano, offrendo una versione distorta della verità, che è comunque trapelata: la famiglia di Hind stava fuggendo dal quartiere di Tel al-Hawa, quando un carro armato israeliano ha deliberatamente sparato numerosi colpi contro la Ford Kia nera, pur essendo oltremodo evidente che non si trattava di una minaccia.

La cugina 15enne della piccola Hind che in un primo momento era sopravvissuta si chiamava

Layan Hamadeh, che ha chiamato i soccorsi piangendo in preda al terrore, gridando che il carro armato si trovava a poche decine di metri dall’auto, ma poco dopo si sono udite grida disperate e colpi di obice, poi più nulla. Gli operatori della Mezzaluna Rossa Palestinese hanno richiamato il numero di telefono, e questa volta rispose la piccola Hind, affermando che tutti gli altri presenti nell'auto erano morti, e che il carro armato continuava ad avvicinarsi.

Hind Rajab, ferita alla schiena, a un piede e a una mano, è rimasta in linea con la PRCS per tre ore, dicendo al centralinista: "Sono spaventata, per favore vieni. Vieni a prendermi. Per favore, verrai?". L'audio della telefonata tra i soccorritori, Hamadeh e Rajab è stato pubblicato dalla Mezzaluna Rossa il 3 febbraio.

Mentre l’area era assediata, la PRCS ha collaborato con il Ministero della Sanità di Gaza e l’esercito israeliano per garantire un passaggio sicuro all’equipaggio dell’ambulanza per salvare Rajab. I soccorritori sull’ambulanza hanno riferito di essere stati presi di mira dall'esercito israeliano con armi a mira laser.

Il destino di Rajab e dei paramedici è rimasto sconosciuto fino al 10 febbraio 2024, quando la famiglia tornò dopo il ritiro dell'esercito israeliano, scoprendo l'auto con Rajab, Hamadeh e il resto dell'intera famiglia dello zio tutti senza vita. L'ambulanza è stata trovata a pochi metri di distanza, completamente distrutta, con due operatori, Yusuf al-Zeino e Ahmed al-Madhoun, a loro volta rimasti vittime delle armi israeliane.

Secondo una prima indagine dell'Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, Rajab e i suoi parenti sono stati uccisi in una "esecuzione pianificata", con proiettili di fabbricazione americana. Frammenti di un proiettile M830A1 sono stati infatti rinvenuti sul luogo.

Un portavoce dell'IDF ha affermato, dopo un'indagine preliminare, che non c'erano truppe dell'IDF vicino al veicolo o nel raggio di tiro e che, a causa della mancanza di truppe, il coordinamento delle ambulanze non era necessario per salvare Rajab. In risposta alle dichiarazioni dell'IDF, Al Jazeera ha affermato: "Israele ha una storia di rapida discolpa delle sue truppe da qualsiasi illecito in caso di abusi contro i palestinesi".

Un'indagine condotta dal Washington Post nell'aprile 2024 ha smentito le affermazioni dell'esercito israeliano. L'indagine, che ha utilizzato dati satellitari, ha concluso che veicoli corazzati israeliani erano effettivamente nelle vicinanze dell'auto. Il caso di Rajab ha attirato l'attenzione internazionale con gli appelli di attivisti e organizzazioni umanitarie.

La madre ha implorato la comunità internazionale di non dimenticare la figlia, e il 13 febbraio 2024, il gruppo per i diritti umani Justice For All ha presentato il caso alla Corte Penale Internazionale accusando l'IDF di crimini di guerra.

Per non dimenticare questo e tutti gli altri crimini israeliani, oggi la triste vicenda di Hind Rajab, simbolo del genocidio palestinese, è diventata un cartone animato, perché questa storia possa essere diffusa al mondo, per tutti i genitori e tutti i bambini, perché imparino a distinguere verità e menzogna.

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