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Immagine del redattoreroberto roggero

SPECIALE - Gli iracheni e la visita di Francesco


Talal Khrais, NNA Baghdad - Pochi giornalisti italiani si sono occupati del dopo visita del Santo Padre in Iraq, fra il 5 e l’8 marzo scorso. Il problema della Stampa Italiana è che suoi giornalisti si concentrano solo sul momento, raccontano quasi la stessa cosa senza continuità, mentre è molto importante analizzare le conseguenze che la visita di Papa Francesco ha avuto nel Paese e non solo. Durante la missione in Iraq ho cercato di sacrificare una parte del mio sogno per capire quali risultati ha portato questa storica visita. Papa Francesco ha inaugurato una nuova via verso il mondo musulmano, in particolare nella terra dei profeti. Qui c’è un nuovo percorso, non si parla più di tutelare le minoranze cristiane in Oriente ma di consolidare la convivenza fra le diverse comunità, in uno straordinario ed esemplare laboratorio di pace, che celebra la ricchezza della diversità.

La visita in Iraq, voluta a tutti i costi, dicono i colleghi giornalisti iracheni, malgrado i consigli al Santo Padre delle presenza dei rischi, sia di sicurezza che di contagio, è stata apprezzata dagli iracheni.

L'amico e collega Ali Hamza Khafaji mi racconta che l'azione pastorale di Papa Francesco si sta trasformando in qualcosa di più duraturo, anche in politica. El pontefice ha compiuto fato epocale, ha ha visitato Najaf, la città santa dei musulmani sciiti, dove ha incontrato il grande ayatollah, Sayyed Ali Al-Husaymi Al-Sistani. Un viaggio storico che Papa Bergoglio ha fortemente desiderato e preparato, sfidando anche la pandemia, oltre ai problemi di sicurezza. "Finalmente sarò tra voi. Desidero tanto incontrarvi, vedere i vostri volti, visitare la vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà", ha detto in un videomessaggio al popolo iracheno a poche ore dalla partenza. Una visita all'insegna della pace e della speranza. Un viaggio pastorale ma anche politico. "Vengo come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo - sono le parole del Pontefice - per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite». Ai cristiani, che hanno sofferto in questa terra una dura persecuzione per mano dell'Isis il Papa dice che vuole portare loro “la carezza della Chiesa".

Nella terra di Abramo, Bergoglio rilancia la via del dialogo: "In questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa. Da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino. Oggi sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace".

Una visita storica: con queste parole il governo iracheno ha annuncia l'arrivo di Papa Francesco. Il presidente della Repubblica Barham Salih ha affermato che la visita contribuirà a rafforzare i valori di tolleranza e pace a livello globale, non solo in Iraq, aggiungendo che “il viaggio di Papa Francesco in Mesopotamia sarà un messaggio di pace per gli iracheni di tutte le religioni e contribuirà ad affermare i nostri valori comuni di giustizia e dignità”. Il Primo Ministro Mustafa Al-Kadhimi ha affermato che la visita del Papa contribuirà a consolidare la stabilità e aiuterà a promuovere uno spirito di fratellanza in Iraq e in tutta la regione; «il mondo intero apprezza la dedizione di Sua Santità per i valori della pace, della dignità e per porre fine ai conflitti», sottolinea il governo di Baghdad.

Ali Hamza, che ha seguito la visita del Santo Padre, racconta la sua visita a Mossul tra le macerie della guerra: Iraq culla della civiltà, ritorni la pace” ha detto il Pontefice. Infine, anche sul piano internazionale, la visita del pontefice si colloca in un momento estremamente delicato, segnato in primis dalla lunga fase di tensioni che ha contraddistinto le recenti relazioni tra gli Stati Uniti e l’Iran. Sul più ampio sfondo della disponibilità di Washington di ricomporre il dialogo sul programma nucleare iraniano, in Iraq è in corso un confronto a distanza tra i due attori per conoscere i reciproci spazi di manovra nella Terra dei Due Fiumi.

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