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Speciale Giordania – Il Monte Nebo


Roberto Roggero - Continua il viaggio di Assadakah nella stupenda terra della Giordania, alla scoperta dei luoghi che hanno segnato la storia della civiltà.

Il secondo giorno di viaggio è stato dedicato al Monte Nebo, alto circa 710 metri, parte della catena Abarim e citato nella Bibbia come il luogo in cui a Mosè fu concessa la vista della Terra Promessa prima della morte. La vista dalla vetta, dalla città di Khirbet Al-Mukhayyat, offre un panorama della Cisgiordania attraverso la valle del fiume Giordano, comprese Gerico e Gerusalemme.

Secondo la Bibbia (Deuteronomio), Mosè salì sul monte Nebo, nella terra di Moab (oggi in Giordania), e da lì vide la terra di Canaan, nella quale Dio aveva detto che non sarebbe entrato. Un monumento in cima al Monte Nebo commemora la morte di Mosè, la cui presunta tomba sarebbe a Maqam El-Nabi Musa, in Cisgiordania, a circa 10 km a sud di Gerico e a 20 km da Gerusalemme.

Il Monte Nebo viene poi menzionato di nuovo nei “Maccabei (2:4-7), quando il profeta Geremia vi nascose il tabernacolo e l'Arca dell'Alleanza in una grotta. Il luogo è stato visitato da Giovanni Paolo II nel 2000, quindi da Benedetto XVI nel 2009.

Sulla cima si trova la scultura in bronzo dell’italiano Gran Paolo Fantoni, che raffigura il serpente invocato da Mosè nel deserto e la croce, nei pressi della chiesa bizantina e del monastero, scoperti durante gli scavi archeologici del 1933 nel punto più alto della montagna detto Syagha, risalenti al 5° secolo, per commemorare l’evento che ha visto protagonista Mosé.

Nel presbiterio della moderna cappella, costruita per proteggere il sito e fornire spazio di culto, sono visibili resti di pavimenti in mosaico di epoche diverse. Il primo di questi è un pannello con una croce intrecciata attualmente collocato all'estremità est del muro sud.

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