Roberto Roggero - Con il nome Castelli del Deserto sono conosciuti tre castelli della Giordania, due dei quali costruiti nell8°I secolo dagli Omayyadi nei pressi dell'attuale confine con l'Iraq, ma questo tipo di edifici realizzati dagli Omayyyadi sono circa una trentina, più palazzi che fortezze vere e proprie, fra cui i principali sono Al-Qastal, Al-Muwaqqar, Qasr Mshatta, Hammam Assarah, Al-Hallabat, Al-Kharana, Qusayr Amra, Qasr Tuba, Azraq, e Kharana. Dopo che ʿUthman ibn ʿAffan ebbe spostato la capitale del nascente Stato islamico da Medina a Damasco, gli Omayyadi sentirono la necessità di costruire palazzi al di fuori della città siriaca, per dimostrare ai capi beduini di essere beduini anch'essi, pur rimanendo i sovrani incontrastati del nascente Impero.
Haraneh fu uno dei primi ad essere eretti. Un'iscrizione nella stanza del trono, dove i sovrani concedevano udienze, indica che il castello è stato costruito per ordine del principe Al-Walid figlio di Abd Al-Malik. Da notare le piccole finestre, realizzate appositamente per non fare entrare troppa sabbia, sole e vento, infatti sono leggermente incurvate all'interno affinché il vento, che trasporta la sabbia, fosse costretto a virare direzione e quindi a fare cadere la sabbia. Come nella maggior parte delle costruzioni arabe, c’è un cortile interno, un porticato, un balcone e colonne di legno. Gli Omayyadi venivano nel Castello di Haranehsoprattutto per cacciare volpi e conigli e per ricevere i capi beduini alleati, che non si fermavano nel castello, ma allestivano le tende in lana di capra vicino al pozzo esterno, unico presente nell'arco di circa 60 chilometri.
Nel 750, dopo la caduta degli Omayyadi di Damasco, Haraneh divenne un alloggio per le carovane, poi il pozzo si prosciugò e anche i beduini lo abbandonarono.
Il Castello di Amra è il più famoso dei tre, pur essendo il più piccolo. Nel 1985 è stato inserito tra Patrimoni dell'Umanità. Non rimane molto, poiché nella zona, vicinissima all'Iraq, si creano continuamente piccole trombe d'aria, che hanno sepolto gran parte del monumento. Gli scavi hanno permesso di riportare alla luce il pozzo, profondo oltre quaranta metri, e alcune stanze contenenti gli affreschi più vari e provocatori per la cultura islamica, che vieta di raffigurare esseri umani o animali.
Nel bagno, studiato con accorgimenti per scaldare l’acqua, sono presenti affreschi di donne intente a lavarsi sotto la protezione di un angelo. Nella stanza principale del palazzo si trova l'affresco più importante: suonatori di flauto e danzatrici sontuosamente vestite.
A differenza degli altri due palazzi il Castello del Walid era stato costruito proprio per essere una fortezza. Giunti i Romani nel 63 a.C., questi sentirono la necessità di proteggere le poche oasi della regione con delle fortezze. Walid fu costruito nel I secolo a.C., probabilmente dopo la morte di Pompeo, utilizzando soprattutto basalto, roccia molto dura e difficile da lavorare.
Partendo dal castello, i Romani costruirono una strada che portava fino in Siria, con fortezze a intervalli regolari per proteggere il traffico commerciale.
Nell'8° gli Omayyadi ne fecero una roccaforte, poi un palazzo quindi l’edificio fu abbandonato, fino all’arrivo dei Crociati che ripresero il concetto della roccaforte espugnata dai soldati di Salahaddin.
Ne “I sette pilastri della saggezza” Thomas Edward Lawrence, inviato in Giordania durante la rivolta degli Arabi nel 1917, racconta di aver passato molto tempo nel Castello del Walid e ne descrive la struttura. Un suo ritratto è conservato nella stanza del castello nella quale si dice abbia dormito.
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