top of page
rroggero5

Speciale GERD - La situazione fra Egitto, Etiopia e Sudan

Assadakah News Agency - Il Nilo è il fiume più lungo d'Africa e il secondo più lungo al mondo dopo il Rio delle Amazzoni. Preziosa fonte di vita e ricchezza, scorre attraverso dieci Paesi e sfocia nel Mediterraneo. Attualmente è al centro delle cronache per la grande costruzione che l'Etiopia sta realizzando per sfruttarne le risorse idriche, la diga GERD, grande barriera del Nilo. E’ la più grande mai costruita nel continente africano, progetto della azienda italiana WeBuild (ex Impregilo).

Questo gigantesco fiume, lungo circa 6.650 km, è diviso in due grandi rami che confluiscono a Khartoum: Nilo Bianco, che nasce in Africa orientale, e Nilo Azzurro, la cui sorgente si trova in Etiopia, presso il lago Tana. E’ proprio sul Nilo Azzurro che l'Etiopia ha avviato la "Grande Diga della Rinascita Etiope”, o GERD, che ha già iniziato a funzionare e che comprende un'imponente centrale idroelettrica.

Il 90% dell'acqua e il 96% dei sedimenti trasportati dal Nilo provengono dall'Etiopia, il 59% delle acque dal Nilo Azzurro, mentre il resto proviene da tre affluenti principali: il Tekezé, l'Atbara, il Sobat e altri corsi d’acqua minori. Se si considerano questi dati, è curioso che l'Etiopia sia uno dei Paesi attraverso cui passa il fiume che lo ha sfruttato di meno, cosa che cambierà con questa mega costruzione. Tuttavia, il progetto non è visto di buon occhio dalle altre nazioni che ricevono le acque del Nilo. La nuova diga è alta 145 metri e copre un'area di quasi 2.000 km quadrati, con una capacità di 74 miliardi di metri cubi, il che dà un'idea della notevole quantità di energia che potrebbe produrre.

Restando in tema di cifre, non si può non menzionare il costo del progetto, stimato tra i 4 e i 5 miliardi di euro e finanziato al 30% da prestiti cinesi. Ci sono voluti 13 anni per costruirla. Stando a quanto riporta Al Jazeera nel 2021, il governo etiope mira a trasformare questa gigantesca diga nel più grande generatore di energia idroelettrica dell'Africa, settimo del pianeta. Si stima che possa produrre una potenza tra i 5.150 e i 6.500 mW. La diga raddoppierebbe la produzione di energia elettrica dell'Etiopia e risolverebbe i problemi di approvvigionamento elettrico del Paese. Inoltre potrebbe essere d'aiuto anche ad altri Stati limitrofi come Sudan, Kenya e Gibuti, che sono collegati alla rete etiope.

Nel caso specifico dell'Etiopia, il 60% della popolazione ha problemi di accesso all'energia elettrica e subisce continui blackout che ostacolano la vita delle famiglie e l'industria, impedendo la crescita economica.

L'Etiopia è inoltre impegnata nella costruzione di parchi industriali nell'ambito dei piani per diventare un'economia a medio reddito. Per questo ha bisogno di energia elettrica, e quindi l'importanza della diga.

Egitto: “Una soluzione per tutti”

Sudan ed Egitto non sono soddisfatti del progetto e hanno tenuto numerosi incontri e negoziati con l'Etiopia per affrontare la questione.

L'Egitto, la cui popolazione è raddoppiata negli ultimi anni e che dipende in larga misura dall'acqua del Nilo per l'industria, l'economia e l'approvvigionamento elettrico della popolazione (il 97% è generato dal fiume), ha sempre cercato una soluzione che andasse a vantaggio dei tre Paesi coinvolti nella controversia.

Il Cairo ha interrotto i negoziati dopo l'ultimo incontro del dicembre 2023, accusando il Ministero dell'Irrigazione di aver chiuso le porte a qualsiasi soluzione di compromesso, tecnica o legale, che potesse giovare ai tre Paesi, secondo quanto riportato da Europa Press. L'Egitto aveva persino chiesto l'intervento delle Nazioni Unite per impedire il riempimento della diga una volta completata, ma non è stato ottenuto alcun risultato concreto.

Il Sudan, da parte sua, prima ancora che il faraonico progetto iniziasse a essere operativo segnalava già una significativa riduzione della portata del fiume che attraversa il Paese. Secondo quanto riferito alle Nazioni Unite, si tratta di circa 90 milioni di metri cubi al giorno.

Tuttavia in Sudan, un Paese in conflitto da anni e le cui posizioni sulla questione sono mutate negli ultimi 12 anni, il timore principale è legato alla sicurezza più che alla fornitura di elettricità, dato che la diga si trova a pochi chilometri dal confine tra i due Paesi.

La questione della proprietà delle acque del Nilo non è nuova. Nel 1959, infatti, fu firmato un accordo con cui il Regno Unito divideva la portata del fiume tra due unici beneficiari, Egitto e Sudan, che avevano il diritto di porre il veto su qualsiasi progetto degli altri Paesi coinvolti. Un trattato che nessuno ha mai riconosciuto.

Comments


bottom of page