Assadakah - Prende ufficialmente il via a Roma il G20. L'accordo sul clima, grande tema del vertice, appare in bilico per l'irremovibilità della Cina sui tempi per portare a zero le emissioni. Il 2050 è la data ultima per Europa e Stati Uniti, dieci anni più tardi per Pechino, Russia, India e Arabia Saudita. Alla vigilia del summit, Joe Biden ha incontrato Papa Francesco, Sergio Mattarella e Mario Draghi, rimarcando l'importanza della cooperazione Italia-Usa.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è stato ricevuto in Vaticano da Papa Francesco. L'incontro è durato un'ora e un quarto, poi i saluti e lo scambio dei doni. Il numero uno della Casa Bianca è poi giunto al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il quale si è trattenuto circa 45 minuti. Infine anche la visita a Palazzo Chigi dal premier Mario Draghi.
L'udienza di Biden è stata più lunga di quella dei suoi predecessori: con Donald Trump fu di 30 minuti nel 2017 e con Barack Obama di 50 minuti nel 2014.
"Lei è il più grande combattente per la pace" - "Lei è il più grande combattente per la pace che abbia mai conosciuto", ha detto Biden a Bergoglio durante il loro incontro. Il presidente ha donato al Pontefice una moneta con il sigillo degli Usa su un lato e dall'altro quello del Delaware, lo Stato di cui Beau Biden, il primogenito morto di cancro a 49 anni, era stato governatore. "Mio figlio avrebbe voluto che lei avesse questa moneta", ha detto il presidente e ha aggiunto scherzando: "La tradizione vuole che se al nostro prossimo incontro non l'avrà, dovrà pagare da bere".
Biden ha inoltre regalato al Papa una casula (veste liturgica, ndr) del 1930 tessuta a mano. La Casa Bianca ha assicurato contestualmente che verrà effettuata una donazione di abiti invernali a favore delle organizzazioni di carità, in occasione della Giornata mondiale dei poveri, il 14 novembre. Un gesto "a nome di Papa Francesco, per ringraziarlo dell'incontro".
Papa Francesco ha invece donato a Biden un'opera su ceramica intitolata "Il pellegrino", oltre ai documenti del Pontificato, tra i quali il Messaggio per la pace e il Documento sulla fratellanza umana.
I punti dell'incontro: clima, pandemia, libertà di coscienza - "Comune impegno" nella cura del pianeta, lotta contro la pandemia, "assistenza ai migranti": sono questi i principali argomenti al centro dei "cordiali colloqui" tra Papa Francesco e Biden. I due leader hanno parlato anche della "tutela dei diritti umani, incluso il diritto alla libertà religiosa e di coscienza".
Il secondo presidente cattolico degli Stati Uniti - Joe Biden è il secondo presidente cattolico della storia degli Stati Uniti dopo John Fitzgerald Kennedy, sessant'anni fa. Una fede "sentita" al punto da definirla "un importante sostegno per superare i gravi lutti subiti nel corso della vita". Durante la campagna elettorale per la Casa Bianca, il democratico mostrò con orgoglio il video di un breve incontro con Papa Francesco a un'udienza generale. In chiusura del suo primo discorso da presidente eletto, Biden scelse inoltre una citazione del salmo 90 della Bibbia per evocare la speranza portata "sulle ali dell'aquila". In precedenza aveva fatto riferimento anche alla preghiera attribuita a San Francesco d'Assisi: "Dove c'è discordia, unione, dove c'è dubbio, la fede; dove c'è oscurità, la luce".
Dal discorso di apertura della Conferenza, da parte del presidente del Consiglio: “Illustrissimi Signori e Signore del G20, con grande gioia vi accogliamo a Roma dove siete convenuti per la vostra riunione del vertice dei Grandi che ha all’ordine del giorno, per dirla con una sola parola, la salvezza del mondo. Non vogliamo darvi suggerimenti riguardo alla vostra agenda. Vogliamo solo ricordarvi le due ispirazioni fondamentali che potete ricavare dal fatto di riunirvi questa volta a Roma.
La prima è quella che deriva dalla stessa origine leggendaria di Roma, di cui si dice che i suoi due fondatori, Romolo e Remo, fossero stati allattati e allevati da una lupa. Questo ci ricorda che l’uomo e la donna, una volta messi al mondo, sono presi in carico dalla Natura che li nutre e li cura e ne assicura la vita nella sua identità umana senza eguali ma anche in relazione con tutti gli animali. Tocca ora a voi, che siete capi di Stato e di governo, di restituire alla Natura questo dono e pagare questo debito, adottando decisioni e politiche globali capaci di rispondere al gemito della Terra con ben altra radicalità e urgenza rispetto a quelle adottate fin qui. Anche qui, per dirla con una sola parola, non solo occorre uscire dai combustibili fossili, ma ricostruire l’integrità devastata del mondo vivente e dare lunga vita alla Terra.
La seconda ispirazione è senza dubbio quella che viene dall’aver sede a Roma il Papa, primo vescovo della Chiesa romana e vorremmo aggiungere, assumendo come è proprio della politica, la contemporaneità di questo Papa che si chiama Francesco. L’ispirazione che oggi ne può venire è universale e includente sia per il riconoscimento operato dal Concilio Vaticano II dei doni di Dio profusi come semi in tutte le religioni e le culture, sia per l’affermazione di fraternità tra tutti gli uomini che papa Francesco ha condiviso con ogni religione. Questa ispirazione può pertanto essere oggi tale da incoraggiare tutti i responsabili della vita sulla Terra a perseguire l’unità umana e ad adottare un’ecologia integrale.
Vogliamo informarvi, inoltre, che a Roma è stata da poco istituita una Scuola che promuove il pensiero e cerca le vie per dar luogo alla stesura e all’adozione per tutto il mondo di una Costituzione della Terra. Sarebbe bello che fra voi sorgessero persone, iniziative e politiche che facessero proprio questo progetto, lo includessero nelle tematiche presenti nella comunità delle Nazioni e lo portassero a buon fine, in modo che la Terra intera possa aver la sua Costituzione: una Legge fondamentale che garantisca diritti e doveri a tutti gli uomini e le donne del pianeta e che con il supporto di efficaci garanzie giuridiche e istituzionali assicuri che la Terra sia salva, la vita sia prospera e la storia continui.
Contro ogni giusto allarme riguardo al rischio di poteri invasivi, vogliamo sottolineare che una Costituzione del mondo non è un governo del mondo, ma è una regola che nella pluralità e autonomia dei regimi politici e degli ordinamenti istituisca la sovranità del diritto su tutti i poteri pubblici e privati del mondo; le Costituzioni hanno offerto molte volte e per molto tempo le più alte esperienze di giustizia e di pace nei nostri singoli Stati, sicché si può pensare che il modello costituzionale esteso sul piano globale possa mantenere analoghe promesse per tutti i Paesi.
Anche la sfida della pandemia conduce nella stessa direzione, suggerendo di instaurare una politica dei beni comuni dell’umanità che non si possano né comprare né vendere, che siano fuori commercio e messi a disposizione di tutti da un’economia di liberazione, a cominciare dalla decisione della non brevettabilità dei vaccini contro il Covid e dei farmaci salvavita.
Che tale proposta non sia mai stata formulata fin qui non depone contro la sua attuabilità, ma deriva piuttosto dal fatto che finora la Terra è apparsa frammentata e divisa e il corso storico si è andato svolgendo attraverso contrapposizioni etniche, religiose, culturali e politiche via via apparse come insormontabili, sicché una Costituzione di tutta la Terra sembrava impensabile; ma oggi la Terra può essere osservata dall’alto come un tutto globale e anzi un poliedro, come dice il Papa, e come si sa al mutamento del punto di vista corrisponde il mutamento delle cose; oggi in realtà le divisioni identitarie, pur feconde e inviolabili nel loro ordine, non sono più tali da precludere unità più costruttive e più vaste. Con i più cordiali saluti e gli auguri di buon lavoro”.
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