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Speciale Cultura - Al Jazari, il grande genio dell’Islam (parte 4/4)

L’automa e il robot

Nel 1784, il geniale Al Jazari progettò e realizzò la caldaia a vapore, basata su un meccanismo simile a quelli che aveva utilizzato per gli orologi ad acqua, e molte creazioni anticiparono di secoli le scoperte della scienza occidentale. Ad esempio, il primo riferimento alla valvola conica sviluppata da Al Jazari, si trova proprio nelle note di Leonardo da Vinci.

Le conoscenze di Al Jazari furono in effetti molteplici ed estremamente dettagliate, e al tempo stesso scritte con intento divulgativo, ovvero una comunicazione di semplicità attentamente studita, a disposizione di chiunque volesse cimentarsi. Alcuni storici affermano, infatti, che le istruzioni contenute nell’opera, avessero più il fine di assimilare i processi di costruzione, che teorie o calcoli, e che il libro dovesse essere considerato una sorta di manuale d’uso.

E’ evidente che i progetti e le invenzioni di Al Jazari abbiano segnato un punto di svolta, sia che per la scienza in sé stessa, che in particolare per la sua divulgazione, come inizio dell’ingegneria meccanica applicata al calcolo in senso moderno, a partire dall’intelligenza di Archimede. Se lo scopo di Al Jazari era di estendere la divulgazione basata sulla comprensione delle sue opere, la storia considera l’intento pienamente raggiunto. In tempi recenti, a Londra nel 1976, Al Jazari è stato ricordato con l’esposizione di uno dei celebri orologi, completamente restaurato e consegnato al Museo della Scienza, secondo le precise istruzioni dello stesso progettista e autore.

Sorprende, in particolare, il concetto (più che mai attuale) di risparmio di energia in termini di efficienza, che il geniale ingegnere arabo riuscì a realizzare, in meccanismi come la pompa a doppia azione a tubi di aspirazione, con regolamentazione del flusso; l’albero a gomiti, che converte il movimento lineare in movimento rotatorio; la calibrazione dei fori; laminazione del legno, per facilitarne curvatura ed equilibrio statico delle ruote, eliminando così le vibrazioni e altro ancora. Al Jazari fornì poi prova della effettiva utilità delle sue invenzioni, anche quelle apparentemente più ludiche e di superficiale interesse, con il controllo diretto di ogni fase del progetto, il tutto impreziosito da miniature di particolare fascino.

Il vero prodigio di Badi-az-Zaman Al Jazari è però il progetto e la realizzazione dell’automa, che ha portato alla successiva realizzazione del robot, proprio grazie alla chiarezza e alla completezza dell’esposizione.

Il primo robot-umanoide programmabile fu progettato e realizzato nel 1206: un servitore meccanico che versava acqua o vino in una coppa, a seconda della posizione di una leva, e in grado di eseguire altre funzioni, muovere testa, braccia e gambe, e perfino parlare.

Al-Jazari fu un genio medievale, che anticipò di molto la moderna robotica, ma la sua opera fu a lungo dimenticata dal mondo occidentale. Solo negli ultimi decenni, grazie agli studi di storici e ingegneri, il suo contributo è riconosciuto. Oggi, le sue macchine sono esposte in molti musei e fonte di ispirazione per appassionati e professionisti.

Una dimostrazione di fatto del concetto di automazione, che sarebbe stato sviluppato solo secoli dopo, fino all’elaborazione delle famose Tre Leggi Della Robotica, teorizzate da Isaac Asimov quando erano ancora considerate fantascienza, e oggi applicabili a una tecnologia reale e in continuo sviluppo: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno; Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge; Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge”…

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