Assadakah News - Il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, ha ufficialmente annunciato la sua candidatura per un secondo e ultimo mandato presidenziale, in vista delle elezioni programmate per il 7 settembre prossimo. "Su richiesta di molti partiti e organizzazioni politiche e non, nonché dei giovani, credo sia giunto il momento di annunciare che mi candiderò per un secondo mandato, come consentito dalla Costituzione", ha dichiarato Tebboune, 78 anni, ai media algerini. L'annuncio arriva a solo sette giorni dalla scadenza per la presentazione delle candidature presso l'Autorità Nazionale indipendente delle elezioni. Tebboune non ha ancora comunicato la composizione del team che guiderà la sua campagna elettorale, che si tiene in un contesto di sostanziale stabilità economica e politica, né il programma che presenterà agli elettori durante la campagna, che inizierà il 14 agosto.
Resta inoltre incerto se Tebboune condurrà personalmente la campagna nelle diverse regioni del più vasto Paese del continente africano o se si affiderà ai dirigenti dei partiti politici che lo sostengono per spiegare il suo programma agli elettori.
Con l'annuncio di ieri, Tebboune ha ufficialmente messo fine alle speculazioni riguardanti la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali. Il capo di gabinetto presidenziale, Boualem Boualem, nonché il consigliere per la stampa della presidenza, Kamel Sidi Said, hanno già ritirato i moduli per la raccolta delle firme. La legge elettorale consente ai candidati di delegare a un proprio rappresentante il deposito della lettera di intenzione di candidatura e il ritiro dei moduli. Il dossier di candidatura deve invece essere consegnato personalmente al presidente dell'Autorità Nazionale indipendente delle elezioni entro il 18 luglio.
Tebboune, eletto al primo turno delle elezioni del dicembre 2019 con il 58,13% dei voti e un'affluenza del 40%, aveva annunciato lo scorso marzo la convocazione di elezioni presidenziali anticipate per il 7 settembre prossimo, tre mesi prima della data
prevista. La legge elettorale richiede che ogni candidato alla presidenza raccolga almeno 50 mila firme di elettori iscritti nelle liste elettorali, distribuite in almeno 29 wilaya (province), con un minimo di 1.200 firme in ciascuna wilaya. In alternativa, il candidato può presentare 600 firme individuali di funzionari eletti nei consigli municipali, in wilaya o nel Parlamento, entro 40 giorni dalla convocazione dell'elettorato. La campagna elettorale inizierà 23 giorni prima della data del voto e si concluderà tre giorni prima del 7 settembre, data prevista per le elezioni.
Lo scorso giugno, i principali partiti politici algerini, che detengono la maggioranza in Parlamento, hanno annunciato il loro sostegno alla candidatura di Tebboune per un secondo mandato. Il Fronte di liberazione nazionale (Fnl), il Fronte dell'avvenire, il Raggruppamento nazionale democratico (Rnd) e il Movimento della costruzione (El Binaa), tra i principali sostenitori del governo, hanno espresso il loro sostegno alla candidatura di Tebboune. I quattro partiti insieme detengono la maggioranza dell'Assemblea popolare nazionale (la camera bassa del Parlamento bicamerale) con 243 seggi su 407 e dal gennaio 2020 formano una coalizione di governo che sostiene le politiche di Tebboune.
Il Fronte di Liberazione Nazionale, il partito politico al potere fin dall'indipendenza nel 1962, ha accolto con grande soddisfazione la decisione del presidente di candidarsi per un nuovo mandato, definendola una "tappa storica per completare il processo di costruzione e sviluppo e realizzare la rinascita desiderata della nuova Algeria". Il partito ha confermato "la disponibilità delle sue basi militanti per mobilitare i cittadini verso una massiccia partecipazione popolare a questo importante
appuntamento".
Il partito di centro-destra Rnd ha manifestato la propria soddisfazione, affermando che tutti i suoi militanti si impegneranno pienamente per il successo del processo elettorale e contribuiranno a una campagna pulita e distintiva. Anche il Movimento della costruzione, di orientamento islamista, ha espresso grande soddisfazione per questa decisione, dichiarando "piena disponibilità per il successo di questa cruciale scadenza elettorale e mobilitazione totale per una campagna di qualità in tutte le regioni del Paese". Il Fronte dell'avvenire ha accolto favorevolmente la candidatura di Tebboune per un secondo mandato, dichiarando che "tutte le basi e strutture sono pronte e disposte a mobilitare, sensibilizzare ed educare i cittadini sull'importanza di una massiccia partecipazione a questo evento elettorale storico".
A differenza delle elezioni presidenziali del dicembre 2019, che avevano visto il boicottaggio dei maggiori partiti di opposizione in protesta contro il processo elettorale seguito alla dimissione dell'ex presidente Abdelaziz Bouteflika, le elezioni di quest'anno vedono la candidatura di alcune figure dell'opposizione, seppure in ordine sparso. Il Fronte delle forze socialiste (Ffs, sinistra) candida Youssef Aouchiche; il Movimento per la pace della società (Msp, islamista) scende in campo
con Abdelali Hassani Cherif; il Partito dei lavoratori con la storica leader Louisa Hanoune; l'Unione per il cambiamento e il progresso (Ucp, liberista) con Zoubida Assoul. L'opposizione, stavolta, vede nelle elezioni un'opportunita' per guadagnare consensi e proporre alternative e ha deciso di scendere in campo, ma al momento non sembra in grado di compattarsi e tutto sembra propendere per una rielezione di Tebboune. Resta da vedere se queste dinamiche riusciranno a ridurre il divario di fiducia tra autorità e cittadini, evitando un alto tasso di astensionismo che nel 2019 aveva raggiunto il 60%.
Negli ultimi mesi, il capo dello Stato ha adottato diverse misure per rafforzare il suo potere. A settembre 2023, ad esempio, ha delegato ulteriori competenze al suo capo di gabinetto e ai suoi consiglieri, ridimensionando il ruolo del primo ministro. Successivamente, a novembre, ha nominato Nadir Larbaoui, un fidato alleato, come capo del governo. Durante la campagna elettorale, Tebboune potrebbe puntare sulle iniziative che hanno caratterizzato il suo primo mandato: aumento della spesa sociale, rivitalizzazione del settore degli idrocarburi, diversificazione economica e lotta alla corruzione. Queste politiche hanno portato a un surplus di bilancio grazie ai prezzi elevati degli idrocarburi e alla crescente domanda europea di gas, dovuta anche alla guerra in Ucraina: nel 2023, infatti, l'Algeria e' stata il primo fornitore di gas dell'Ue con una quota di mercato del 19 per cento, davanti alla Russia ferma al 17 per cento. Tebboune ha recentemente annunciato un aumento degli stipendi del 53 per cento a partire dal 2025, dopo un incremento del 47 per cento nel 2023. Le entrate derivanti dal settore degli idrocarburi, che costituiscono oltre il 90 delle esportazioni, rimangono fondamentali per l'economia algerina.
Sonatrach, la compagnia petrolifera statale, continua a essere il pilastro dell'economia e ha lanciato un piano di sviluppo da 50 miliardi di dollari, con significativi investimenti previsti per il 2024. Tuttavia, il Paese membro del cartello petrolifero Opec+ sta cercando anche di diversificare la sua economia con l'Italia in prima fila per cogliere nuove opportunità, come l'apertura di una fabbrica Fiat a Orano e la firma per un mega progetto agricolo di Bf Spa per coltivare 36 mila ettari nella wilaya (provincia) meridionale di Timimoun.
In politica estera, il primo mandato di Tebboune e' stato contraddistinto da un maggiore attivismo. A gennaio, peraltro, Algeri ha ottenuto un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, proponendo risoluzioni per un cessate il fuoco a Gaza, respinte poi dagli Stati Uniti. La questione palestinese e il conflitto tra Hamas e Israele restano prioritari per il ministro degli Esteri, Ahmed Attaf. L'Algeria ha duramente criticato la campagna militare israeliana a Gaza, definendola "un genocidio" e richiedendo il rispetto delle norme internazionali per la protezione dei civili palestinesi. Nonostante le divergenze storiche con gli Stati Uniti sulla questione palestinese, Algeria e Washington collaborano nella lotta al terrorismo. La recente partenza delle truppe statunitensi dal Niger e la fine delle missioni dell'Ue e dell'Onu nella regione aumentano l'importanza dell'Algeria nella strategia antiterrorismo degli Usa. Il Paese nordafricano ha mantenuto anche una solida cooperazione militare con la Russia, storico fornitore di armi per Algeri. Le relazioni bilaterali con Mosca restano solide in diversi settori, tra cui quello agricolo, infrastrutturale e farmaceutico.
L'Algeria tende a diversificare le sue partnership globali, complice anche l'eredita' dei Paesi non allineati di cui è stata a lungo capofila insieme all'ex Jugoslavia e alla Libia di Muammar Gheddafi: è un modo, questo, anche per evitare pressioni internazionali e rispondere alle esigenze locali. La recente adesione all'Organizzazione per la cooperazione di Shangai e la cooperazione con la Cina, culminata nella costruzione della Grande moschea di Algeri, sono un chiaro e tangibile segnale di questa strategia. Infine, le tensioni con il Marocco permangono. Il rischio di scontri tra truppe marocchine e forze del Fronte Polisario sostenute dall'Algeria rimane alto, anche se un conflitto diretto sembra alquanto improbabile.
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