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Speciale Algeria - Presidente rilancia industria materie prime

(Agenzia Nova) - Il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, ha ordinato la revoca delle restrizioni sulle importazioni di materie prime essenziali per le industrie locali. Questa decisione, presa nel corso di una riunione del Consiglio dei ministri, rappresenta un tentativo di far fronte alle crescenti difficoltà di approvvigionamento che hanno colpito diversi settori strategici e di rilanciare la produzione nazionale. Negli ultimi anni, l'Algeria ha adottato una politica protezionistica, cercando di ridurre la dipendenza dalle importazioni per sostenere la propria produzione interna.

Tuttavia, tali misure, pur avendo l'intento di proteggere l'economia locale, in alcuni casi hanno comportato significative distorsioni nel mercato, generando carenze di beni di prima necessità e una pressione crescente sulle catene di approvvigionamento. Settori cruciali come quello alimentare, agricolo e dei trasporti sono stati particolarmente colpiti dalle politiche restrittive, con effetti a catena su tutto il sistema produttivo nazionale.

La decisione di Tebboune di allentare le restrizioni sulle materie prime industriali rappresenta un'inversione di tendenza. L'obiettivo principale è quello di garantire la disponibilità di risorse necessarie per le aziende algerine, mantenendo attive le catene di produzione e cercando, allo stesso tempo, di contenere le tensioni sociali legate alla carenza di beni e alla disoccupazione. Si tratta di una mossa strategica in un momento in cui l'economia globale continua a essere segnata da volatilità e incertezze, a causa delle conseguenze della pandemia e delle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime. Un aspetto chiave di questa nuova politica economica è il bilanciamento tra necessità di importazione e protezione delle riserve finanziarie del Paese. L'Algeria, grande esportatore di gas e petrolio, ha beneficiato negli ultimi anni di un aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, ma la sua economia resta fortemente vulnerabile alle oscillazioni del mercato globale. Da qui la decisione del presidente, recentemente rieletto per un secondo mandato quinquennale, di mantenere sotto stretto controllo le importazioni non essenziali, subordinandole ad autorizzazioni preventive, per evitare sprechi di risorse preziose e difendere le riserve in valuta estera del Paese.

Le tensioni economiche in Algeria si sono intensificate a seguito delle restrizioni sulle importazioni, che, inizialmente concepite come strumento per proteggere la produzione nazionale, hanno finito per soffocare il mercato locale. Prodotti alimentari di base, come carne, patate e beni agricoli, hanno registrato carenze, aggravate dalla difficoltà degli importatori di soddisfare la domanda interna. Questa situazione ha messo sotto pressione le autorità, alimentando malcontento tra la popolazione e suscitando critiche sulla gestione della politica economica. Il settore dei trasporti ha subito un duro colpo a causa della crisi degli pneumatici, con l'incapacità degli importatori di far fronte alla domanda interna. Le imprese locali si sono trovate in difficoltà nel mantenere operativi i propri mezzi di trasporto, con effetti negativi non solo sulla logistica, ma sull'intera economia. Senza contare che la disponibilità di materie prime come acciaio, componenti meccaniche e altri beni industriali e' cruciale per mantenere operativi i settori chiave e scongiurare un'ulteriore paralisi del sistema produttivo.

Con la decisione di allentare le restrizioni su tali materiali strategici, Tebboune intende sbloccare la produzione industriale e attrarre investimenti, in un contesto economico che necessita di stimoli e di riforme strutturali. Tuttavia, il presidente ha chiarito che questa liberalizzazione non rappresenta un'apertura totale delle importazioni: il governo continuerà a esercitare un rigido controllo su altri tipi di importazioni, cercando di preservare le finanze statali ed evitare che beni non essenziali drenino risorse preziose.

Sul fronte politico, la scelta di Tebboune e' stata accompagnata da critiche esplicite nei confronti di alcuni membri del suo governo, in particolare nei ministeri responsabili della gestione dell'approvvigionamento e della regolazione dei prezzi interni. Il presidente ha puntato il dito contro la scarsa coordinazione tra i vari dipartimenti, sottolineando che una gestione più efficace avrebbe potuto prevenire molte delle crisi attuali, in particolare nel settore agroalimentare.

Il contesto di queste dichiarazioni suggerisce che il presidente stia preparando il terreno per un rimpasto di governo, previsto dopo l'approvazione della legge di bilancio 2025 e, per certi versi, naturale dopo la sua rielezione a settembre. Il rimpasto potrebbe essere orientato non tanto alla fedeltà politica, quanto alle competenze tecniche dei ministri, con l'obiettivo di far fronte alle sfide economiche e sociali che il Paese deve affrontare. La decisione di Tebboune di sbloccare le importazioni di materie prime rappresenta un segnale di apertura verso una maggiore flessibilità economica, con lo scopo di rilanciare la produzione industriale nazionale e rispondere alle crescenti pressioni interne. Tuttavia, l'equilibrio tra importazioni e protezione delle riserve statali resterà un elemento centrale della politica economica algerina nel prossimo futuro.

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