Roberto Roggero - Il Regno Hashemita di Giordania, governato da re Abdallah II, mette sul tavolo una proposta determinata, per un piano di pace congiunto che ha lo scopo di mettere definitivamente fine al conflitto siriano. Un progetto che sarà analizzato dai partecipanti alla prossima riunione della Lega Araba in programma a Jeddah, in Arabia Saudita, ovvero i rappresentanti di Iraq, Egitto, Giordania, e del Consiglio di Cooperazione del Golfo.
Sono diverse le questioni fondamentali che i partecipanti alla conferenza di Jeddah devono analizzare, ma la crisi siriana (e quella palestinese) sono argomenti considerati prioritari per la normalizzazione fra i diversi Paesi arabi, per la stabilità e lo sviluppo del Medio Oriente. Naturalmente, nel processo di pacificazione, argomento sostanziale è la questione umanitaria.
La Giordania ha condiviso questo piano con Washington e i principali stati dell'UE, poiché il sostegno del mondo occidentale è fondamentale per la realizzazione, data l'estrema necessità di porre fine alle sanzioni, avviare la ricostruzione del Paese e rimpatriare i rifugiati.
I segnali positivi non mancano, come la storica visita del ministro degli Esteri siriano a Riyadh, nel quadro delle procedure per la riapertura delle rispettive ambasciate, con invito da parte della monarchia saudita rivolto direttamente al presidente Bashar Al Assad per partecipare al vertice della Lega Araba in programma nella capitale saudita il prossimo maggio.
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