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Immagine del redattorePatrizia Boi

Siria - Natale di speranza in un Paese sotto tensione

Maddalena Celano (Assadakah News) - Il Natale in Siria è una celebrazione profondamente radicata nella spiritualità e nella tradizione, che riflette la ricca eredità culturale e religiosa del paese. Sebbene la Siria sia prevalentemente musulmana, la comunità cristiana, che ha radici antichissime, continua a mantenere vive le usanze natalizie. In un contesto segnato da profonde ferite e cambiamenti politici in atto, i cristiani di Aleppo e di tutta la Siria si preparano a celebrare il Natale. Monsignor Hanna Jallouf, vicario apostolico latino di Aleppo, descrive un clima in cui la speranza si intreccia con la cautela. La Messa della notte di Natale sarà celebrata alle 18, anticipata a causa del coprifuoco, e sarà trasmessa dal canale governativo “Syria”. 


Celebrazioni religiose


Tra le tradizioni più significative del Natale siriano ricordiamo:


  • Messe solenni - Le chiese siriane, appartenenti a varie denominazioni cristiane come la Chiesa greco-ortodossa, cattolica e maronita, celebrano messe speciali alla Vigilia e il giorno di Natale. La liturgia è spesso accompagnata da canti tradizionali e preghiere in arabo, siriaco o greco, lingue sacre che collegano i fedeli alla storia cristiana.


  • Il fuoco della Vigilia - Una tradizione antica prevede che la famiglia accenda un piccolo fuoco durante la notte di Natale. Questo gesto simboleggia il calore della Natività e la luce di Cristo che illumina il mondo.


  • Processioni: In alcune città, come Aleppo e Homs, si organizzano processioni natalizie con canti e luci, celebrando la nascita di Gesù con una partecipazione comunitaria.

Decorazioni e simboli natalizi


Presepi e alberi di Natale - Come in altre parti del mondo, i presepi sono un elemento centrale nelle decorazioni natalizie siriane. Sono spesso realizzati artigianalmente, utilizzando materiali locali. L'albero di Natale, decorato con luci e ornamenti, è diventato sempre più popolare.


Luci e addobbi - Le strade e le case delle comunità cristiane si riempiono di luci colorate, creando un’atmosfera gioiosa e accogliente.


Tradizioni culinarie


Il Natale è un momento di convivialità e i pasti assumono un ruolo centrale:


  • Dolci natalizi - Dolci tradizionali come i maamoul (biscotti ripieni di datteri, noci o pistacchi) sono preparati in famiglia, unendo le generazioni nel rito della cucina.


  • Pasti comunitari - Le famiglie si riuniscono attorno a tavole imbandite con piatti tipici siriani, come il fattoush, kibbeh, grigliate di carne e stufati speziati. Il cibo diventa un simbolo di condivisione e abbondanza.


Doni e carità


  • Scambio di regali - I bambini ricevono doni da "Babbo Natale" (noto localmente come Baba Noel), una figura amata che si è diffusa anche in Siria.


  • Carità - In molte comunità, il Natale è un momento per aiutare i meno fortunati. Le chiese organizzano raccolte di cibo e vestiti da distribuire ai bisognosi, incarnando lo spirito di solidarietà e amore.

Canti e musica tradizionale


  • Canti natalizi: Le comunità cristiane celebrano con canti tradizionali, sia in chiesa che nelle case. Le melodie, spesso di origine bizantina o siriaca, evocano la profondità spirituale della festività.


  • Concerti pubblici: In città come Damasco, prima del conflitto, erano comuni concerti natalizi con cori e musicisti locali.


Celebrazioni comunitarie

Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, le comunità cristiane siriane continuano a celebrare il Natale come un momento di speranza e unità. Eventi pubblici, come mercatini di Natale e spettacoli teatrali, sono organizzati per festeggiare con gioia.


Pellegrinaggi e luoghi sacri


La Siria, con la sua ricca eredità cristiana, ospita molti siti legati alla tradizione biblica:


  • Ma'loula - Questo villaggio, dove ancora si parla aramaico, ospita antichi monasteri come quello di Santa Tecla, che diventano mete di pellegrinaggio durante il Natale.


  • Damasco - La capitale, sede di molte chiese storiche, accoglie celebrazioni solenni che attirano fedeli da tutto il paese.


Il Natale in Siria, nonostante le sfide e le difficoltà, continua a essere una celebrazione di fede, resilienza e speranza. La ricchezza delle tradizioni siriane riflette un popolo che, attraverso la sua storia, ha sempre trovato forza e ispirazione nel significato profondo della Natività.


La Sfida della Libertà Religiosa 

 

I nuovi governanti, esponenti di una leadership jihadista che ha attraversato trasformazioni ideologiche e organizzative, hanno garantito la libertà di celebrare le liturgie natalizie. Tuttavia, il clima festivo è temperato dal rispetto per il lutto che avvolge gran parte della popolazione, reduce da anni di guerra civile. 

 

Mons. Jallouf ricorda il passato recente di persecuzioni subite dai cristiani nella regione di Idlib, dove lui stesso ha vissuto durante i momenti del conflitto. «Eravamo perseguitati, privati dei nostri beni e considerati cittadini di decima categoria» racconta.

 

Il leader Abu Mohammad al-Joulani, si presenta ora come il promotore di una “nuova Siria”. Mons. Jallouf sottolinea che il cambiamento è reale ma fragile: «Hanno restituito ai cristiani le loro proprietà e mantenuto molte promesse, ma tra i combattenti rimangono gruppi estremisti il cui controllo è incerto». 

 

Questo nuovo scenario, che da un lato offre margini di libertà e dall’altro conserva elementi di radicalismo, alimenta visioni contrastanti anche tra i vescovi siriani. Mons. Jallouf, pur mantenendo una prospettiva fiduciosa, riconosce che «non tutti condividono questa visione ottimistica». 

 

Una Comunità Radicata 

 

La celebrazione del Natale assume una dimensione simbolica per la comunità cristiana, che vuole ribadire il proprio radicamento nella società siriana. «Non siamo una minoranza», dichiara con forza Mons. Jallouf, «Siamo parte integrante di questa terra e di questo popolo». 

 

Il Futuro della Siria - Un Mosaico Fragile 

 

La Siria del Natale 2024 si presenta come un mosaico incompleto, dove le tessere della libertà, della convivenza e dell’uguaglianza restano in bilico. Il sogno di Mons. Jallouf, condiviso da molti cristiani, è quello di una Siria finalmente libera, sicura e accogliente per tutti, dove la diversità religiosa e culturale sia fonte di forza e non di divisione. 

 

Tuttavia, la realtà sul campo è ben più complessa. Il ritorno di alcune famiglie sfollate e l’abolizione del servizio militare obbligatorio rappresentano segnali positivi, ma il percorso verso una vera democrazia rimane incerto. 

 

Il Natale 2024 in Siria si celebra tra speranze e ombre. Per i cristiani e per l’intera popolazione siriana, questa festa rappresenta non solo un momento di riflessione spirituale, ma anche un’opportunità per riaffermare la propria identità in un contesto politico e sociale ancora in evoluzione. La strada verso una Siria pacificata e inclusiva è lunga, ma ogni passo, per quanto piccolo, conta.

 

Oltre 300 milioni di cristiani vivono oggi in Paesi dove subiscono discriminazioni, violenze o repressioni a causa della loro fede. Questo dato preoccupante emerge dal rapporto della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che analizza le condizioni dei fedeli in 28 nazioni. L’Africa e il Medio Oriente emergono come le aree più critiche, mentre il Natale, simbolo di pace e speranza, si avvicina in un clima spesso segnato da guerra e povertà.

 

In Siria, la guerra civile ha ridotto drasticamente la popolazione cristiana: da 1,5 milioni di persone nel 2012 a circa 250.000 oggi. Ad Aleppo, una delle città storicamente più significative per la cristianità, la comunità si è ridotta a meno di 30.000 fedeli.

 

La voce di questi cristiani non deve rimanere inascoltata. Le loro storie di fede e resistenza sono un richiamo alla solidarietà globale, affinché le sofferenze di milioni di persone trovino eco e risposte concrete.

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