La recente caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria ha aperto un nuovo capitolo geopolitico nel Mediterraneo orientale. La Turchia, guidata dal presidente Recep Tayyip Erdogan, ha colto l’occasione per rafforzare la propria influenza nella regione, suscitando preoccupazioni tra Grecia e Cipro. Ankara si prepara a negoziare la demarcazione delle zone marittime con la nuova amministrazione siriana, una mossa che potrebbe ridefinire gli equilibri energetici nell’area.
La Strategia della Turchia
Fin dall’8 dicembre, quando Assad ha lasciato Damasco, la Turchia è stata tra i primi attori a muoversi sul campo. Con il sostegno del gruppo militante Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Ankara ha rapidamente avviato discussioni con la Siria, inviando diplomatici di alto livello come il ministro degli Esteri Hakan Fidan e il capo dell’intelligence Ibrahim Kalin. Tra le priorità turche vi è un accordo per la delimitazione delle zone marittime nel Mediterraneo, che aprirebbe la strada a nuovi progetti energetici.
Il ministro dei Trasporti turco Abdulkadir Uraloğlu ha dichiarato che il piano comprende infrastrutture strategiche, come servizi di trasporto e comunicazione. Tuttavia, questa iniziativa ha scatenato allarmi in Grecia, che teme una ripetizione dell’accordo del 2019 tra Turchia e Libia, considerato illegale dall’UE per la violazione dei diritti sovrani di Stati terzi.
Le Reazioni di Grecia e Cipro
Atene e Nicosia vedono nell’azione turca una minaccia alla sovranità di Cipro, già divisa dal 1974 dopo l’occupazione turca della parte settentrionale dell’isola. Il portavoce del governo cipriota, Konstantinos Letymbiotis, ha sottolineato che qualsiasi accordo deve rispettare il diritto internazionale e l’UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare), nonostante la Turchia non abbia ratificato quest’ultima.
Il Ruolo dell’Unione Europea
L’UE si trova in una posizione delicata. Da un lato, cerca di ridurre la dipendenza dal gas russo e vede nel Mediterraneo orientale una possibile alternativa. Dall’altro, deve gestire le tensioni tra i suoi Stati membri e la Turchia. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE, ha recentemente visitato Ankara, promettendo un miliardo di euro per la gestione dei rifugiati. Tuttavia, Bruxelles mantiene un approccio prudente rispetto all’influenza turca in Siria.
*Giochi Energetici e Geopolitica*
La demarcazione delle zone marittime è strettamente legata ai progetti energetici regionali. La Turchia, già impegnata nella fornitura di elettricità a zone della Siria settentrionale, ambisce a diventare un hub energetico europeo. Tra i progetti in discussione vi è il collegamento della Siria occidentale al gasdotto Arab Gas Pipeline, che potrebbe portare gas egiziano e israeliano in Europa. Tuttavia, Israele, alleato della Grecia, potrebbe opporsi a qualsiasi controllo turco su tali infrastrutture.
*Conclusioni*
La partita nel Mediterraneo orientale è ancora aperta. La Turchia punta a consolidare il suo ruolo di potenza regionale, mentre Grecia e Cipro cercano di difendere i propri diritti sovrani. Sullo sfondo, l’Europa deve bilanciare le proprie esigenze energetiche con il rispetto del diritto internazionale, in un contesto di crescente competizione geopolitica.
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