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Immagine del redattorePatrizia Boi

Siria - Dichiarazione di Talal Khrais, fondatore di Assadakah

Talal Khrais, fondatore di Assadakah


Assadakah News - La situazione in Siria appare davvero grave dopo l' avanzata delle formazioni militari di opposizione guidate da  Hay'at Tahrir al-Sham (HTS, "Organizzazione per la liberazione del Levante" o "Comitato di liberazione del Levante") e degli alleati direttamente sostenuti dalla Turchia. Attualmente controllano ben il 25% del territorio siriano.


Le ultime notizie dai nostri corrispondenti ci informano del fatto che i bombardamenti russi rivolti verso le postazioni delle formazioni armate risultano inutili: stanno facendo vittime tra la popolazioni civili in quanto mancano le forze della difesa terrestre.


C'è da dire che Turchia, Iran e Russia, grazie ai loro buoni rapporti, si incontreranno presto ad Astana, capitale del Kazakistan, ma, nel frattempo, le formazioni islamiche continuano ad avanzare senza sosta. 


Sono fermamente convinto che assedieranno la provincia di Damasco e tenteranno di costringere il governo siriano aa adottare forme di governo che prevedano la partecipazione diretta dei combattenti islamisti. 


Sia l'Iran che Hezbollah continuano a subire duri attacchi in Siria da parte di Israele. Difendere la Siria è diventato un compito difficile. Occorre in questo momento un compromesso tra i garanti: Iran, Turchia e Russia che sono legati da interessi comuni.


Il dato allarmante, però, è che si sta attivando lo Stato Islamico dell'Iraq e della Siria, ossia l'Isis. Dalle ultime notizie emerge che sta avanzando anche nel governatorato di Darʿā, situato a sud-est della Siria.


Risulta assai preoccupante che il Presidente turco Erdogan abbia dichiarato che l'obbiettivo è sia quello di raggiungere Damasco. Questo dimostra il coinvolgimento diretto della Turchia nel conflitto, che bisogna riconoscere essere quella che possiede il ruolo di maggiore forza in Siria è la Turchia. Una ragione in più per percorrere la via diplomatica tra gli interlocutori: Siria, Russia e Iran.

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