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Siria - Da Maalula un messaggio di pace

Assadakah News - Non il classico abete di Natale, ma una semplice asta di metallo con una rete verde che avvolge otto cerchi di diverso diametro, senza nastri colorati e palline luminescenti., soprattutto a causa della mancanza di energia elettrica. L’unica decorazione è la stella argentata sulla cima.

Ciò che importa, è il valore simbolico, in particolare a Maalula (in arabo “porta d’entrata”), dove vive una piccola comunità, addossata alla roccia del Qalamun, una sessantina di chilometri a nord di Damasco. Un villaggio che si fonde con la montagna, dove le case ne sono parte integrante, e nei dintorni si notano croci e icone, scolpite nella pietra.

Fra la popolazione di Maalula, il 90% sono cristiani, e la lingua più diffusa è l’aramaico antico (come a Bhah, Hasha e Kamishlie), quella parlata da Cristo, oggi usata solo in altri pochi fra Turchia (Tur-Abdin e Mardin) e nel nord dell’Iraq (a Elkosh, Erbil e Krakosh).

Patrimonio Unesco, è un luogo considerato fra i più antichi della cristianità, e per questo meta di pellegrinaggio, si trova sulla via che collega Damasco e Aleppo, e per questo è stato al centro di accaniti scontri durante la decennale guerra civile.

Nel settembre 2013, il Fronte Al-Nusra, all’epoca affiliato ad al-Qaeda, aveva attaccato Maalula e il caos che ne era seguito aveva compromesso anche inestimabili opere di arte e cultura antiche, fra cui la “Ultima cena” del 3° secolo, custodita nel convento di Mar Sarkis. Nell’aprile successivo, il regime di Assad aveva ridotto in macerie le due moschee del luogo, numerosi civili sono stati uccisi, moltissimi hanno subito abusi e violenze.

Nel 2011 Maalula contava circa settemila abitanti, oggi ne rimangono poco più di mille, fra le difficoltà di riallacciare quei legami storici con le comunità musulmane locali, in una pacifica convivenza durata per secoli. Proprio le reciproche richieste di riconoscimento, è uno dei problemi che le autorità della nuova Siria devono affrontare con priorità.

In questo contesto, il semplice e spartano albero di Natale di Maalula, nella piazza principale della cittadina anziché, come tradizione, nel piccolo cortile della chiesa di Mar Georges, è simbolo della volontà di riconciliazione, come ha dichiarato anche la sindaco Maha Alshaher, che evidenzia soprattutto le attuali condizioni di Maalula, all’indomani della fuga di Assad. L’albero di Maalula è quindi conferma della volontà, sostenuta anche dalla stessa comunità musulmana locale, di pacifica convivenza, e la conferma che anche da Damasco vi è predisposizione in al senso, come confermato dalla visita di Abu Musab, rappresentante del nuovo governo, che ha incontrato Maha Alshaher, con segnali positivi.

Cristiani e Musulmani si stanno comportando bene a Maalula, e tutti sono disposti a promuovere la convivenza. “Non potrà esserci niente di buono per questo Paese se le varie fedi non si mettono a lavorare insieme”, ha concluso la sindaco Alshaher.

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