Assadakah Beirut - Riprendono oggi a Damasco i lavori delle commissioni miste russo-siriane all'interno della conferenza permanente per il ritorno dei profughi siriani, fuggiti a milioni a causa della guerra in corso da più di undici anni. Lo riferisce l'agenzia governativa Sana, secondo cui agli incontri interministeriali russo-siriani partecipano, come osservatori, delegati delle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e del Comitato internazionale della Croce Rossa.
Nel novembre del 2020 i media governativi siriani e quelli russi avevano dato ampio risalto all'avvio della "conferenza internazionale per il ritorno dei profughi siriani". E il contestato presidente Bashar al Assad, sostenuto in maniera decisiva da Mosca, aveva affermato che "milioni di siriani vogliono tornare". Secondo i dati dell'Onu, più di cinque milioni di siriani hanno lasciato il paese dal 2011, e sono rimasti per lo più intrappolati nei paesi confinanti, in larga parte in Turchia, Libano e Giordania. Secondo osservatori locali e regionali, l'iniziativa russo-siriana mira a legittimare l'azione politica del presidente Assad e di Mosca nelle aree sotto controllo governativo. Queste costituiscono la maggioranza del territorio siriano popolato. Nelle scorse settimane il governo turco ha annunciato l'intenzione di avviare una operazione militare nel nord del paese, dove già controlla ampie porzioni di territorio tramite milizie locali cooptate da Ankara, per far tornare "un milione e mezzo di siriani" nelle zone fuori dal controllo di Damasco. La conferenza russo-siriana di Damasco si apre oggi e si conclude giovedì prossimo.
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