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Siria - Che cosa sta succedendo?

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Aggiornamento: 13 mar

Talal Khrais - Il presidente ad interim della Siria, Ahmad Al-Sharaa, in una dichiarazione video, ha annunciato la formazione di un comitato incaricato di indagare sulle violenze nelle comunità costiere, comprese le "violazioni contro i civili", e di un altro incaricato di "mantenere la pace civile". In riferimento alle violenze scoppiate giovedì, Al-Sharaa ha promesso che "sarà ritenuto responsabile con tutta fermezza e senza indulgenza chiunque sia coinvolto nel sangue dei civili o abbia danneggiato il nostro popolo".

Questa è la situazione, m a ciò che sta succedendo in Siria è complicato in un mondo dove le false notizie purtroppo prevalgono sulla verità.

Gli scontri degli ultimi giorni tra le attuali "forze governative" e gli alawiti, in gran parte sostenitori del deposto presidente Assad, nelle zone costiere del Paese mediorientale non sono una offensiva premeditata da parte della nuova leadership in Siria, ma una vera e propria rivolta, organizzata dai seguaci dell’ex dittatore, e precisamente dalla 4a divisione, comandata dal fratello.

Detto questo non voglio giustificare le violenze, in conseguenza delle quali sarebbero morte oltre 1.300 persone, fra cui donne e bambini, e migliaia di profughi, che soltanto in Libano sono oltre 15mila.

Si cerca di capire cosa c’è dietro gli scontri armati degli ultimi giorni.  Dalle notizie che giungono dalla Siria si è riusciti a sapere, attraverso colleghi sul posto, che i miliziani rimasti fedeli al deposto presidente Bashar Al-Assad avrebbero tentato un’insurrezione armata tesa a ribaltare l’attuale leadership, rivolta che è stata duramente repressa dalle forze filo-governative. Da una prima ricostruzione sembra che l’iniziativa sarebbe stata pianificata nei giorni precedenti, in un incontro tra gli ex funzionari alawiti del governo di Assad, il comparto siriano di forze esterne. In parole povere, un segno che contraddice gli appelli alla pacificazione nazionale che erano stati espressi dalla nuova leadership.

In Siria la popolazione vuole credere alle garanzie date dal presidente per la transizione, Ahmad Al-Sharaa, nel rispetto e nella compartecipazione di tutte le minoranze, siano esse etniche o religiose. Ora però è necessario vedere anche azioni concrete in tal senso da parte del nuovo governo.

Un chiaro segno che Ahmad Al-Sharaa ha la ferma intenzione di tenere fede alle promesse, è l’accordo concluso ieri, 10 marzo, con i rappresentanti dell’etnia curda, la seconda più numerosa in Siria, firmato dallo stesso Al-Sharaa e dal comandante delle Forze Democratiche Siriane a guida curda, Mazloum Abdi, che prevede l’integrazione di tutte le istituzioni civili e militari affiliate all’Amministrazione Autonoma Curda nel quadro dello Stato siriano.

Ahmad Al-Sharaa ha dichiarato che è stato concordato di integrare tutte le istituzioni civili e militari nel nord-est della Siria nell'amministrazione dello Stato siriano, compresi valichi di frontiera, aeroporto e giacimenti di petrolio e gas.

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