Assadakah Beirut - L'epidemia di colera in Siria si sta diffondendo in tutto il paese: oltre 13mila i casi sospetti segnalati, mentre sale a 60 il bilancio dei morti. In collaborazione con le autorità sanitarie locali, Medici Senza Frontiere (Msf) fa sapere che sta supportando un centro di trattamento per il colera da 65 posti letto a Raqqa, nel nord-est, dove in sole due settimane sono stati ricoverati quasi 600 pazienti di cui un terzo in gravi condizioni.
Secondo il Raqqa National Hospital, non si registravano casi di colera confermati nel nord-ovest del paese dal 2007. Nella nota diffusa da Msf si riferisce che l'epidemia di colera si è estesa anche in Libano dove i team di Msf stanno portando avanti attività di sensibilizzazione a Beirut, nella valle della Bekaa e nel distretto di Akkar, dove è stato registrato il primo caso.
Siccità prolungata e livelli troppo bassi delle acque dell'Eufrate hanno contribuito allo scoppio dell'epidemia che da settembre colpisce principalmente alcune aree del nord-ovest e nord-est della Siria. L'ong internazionale continua riferendo che nelle campagne vicino al fiume Eufrate, la principale fonte idrica per le comunità colpite, ci sono piccoli impianti di trattamento delle acque, ma molte comunità si recano comunque al fiume per rifornirsi dell'acqua che però è contaminata. Estremamente contagioso, il colera è un'infezione diarroica intestinale causata dal batterio Vibrio cholerae che si trova nelle acque sporche o stagnanti. Causando diarrea e vomito, il colera porta una rapida disidratazione e, senza cure tempestive, può uccidere in poche ore.
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