Assadakah News Agency - L’Africa occidentale continua a ribollire, e dopo il Niger è il turno della Sierra Leone vedere un attacco alla propria democrazia. Lunedì 31 luglio il portavoce della polizia statale ha indetto una conferenza per annunciare l’arresto di un gruppo di alti ufficiali dell’esercito. Il gruppo di militari è accusato di voler sfruttare le manifestazioni della prossima settimana per scatenare la violenza ed attaccare le istituzioni dello stato. Un modo indiretto per descrivere un tentativo di colpo di stato che avrebbe sconvolto il piccolo stato affacciato sull’oceano Atlantico.
La Sierra Leone dopo una lunga e feroce guerra civile durata 11 anni e terminata nel 2002, sta faticosamente cercando di tornare alla normalità. La polizia non ha rivelato i nomi degli ufficiali coinvolti in questa specie di golpe, ma dalle prime notizie trapelate sarebbero elementi della 4° Brigata di stanza nel nord del paese e sarebbero di etnia Temne, una delle principali della Sierra Leone. Il presidente Juliius Maada Bio, vista l’alta tensione nel paese, non ha partecipato alla riunione dell’Ecowas ad Abuja, trincerandosi nel palazzo presidenziale e mettendo in allerta le forze speciali.
Maada Bio, che è di etnia Sherbro, ha vinto le elezioni per la seconda volta nel giugno scorso, ma l’opposizione e gli osservatori internazionali hanno dichiarato questa tornata elettorale fortemente irregolare con caso di brogli in alcune zone. Il piccolo paese africano sta attraversando una grave crisi economica e le manifestazioni sul caro vita sono quasi all’ordine del giorno. Un equilibrio molto precario del quale questo gruppo di ufficiali voleva approfittare per trasformare la debole democrazia sierraleonese nell’ennesima giunta militare. Dopo il golpe fallito in Guinea Bissau e quello ancora in atto in Niger, la stabilità dell’Africa occidentale sembra sempre di più una chimera.
Comments