NNA - Letizia Leonardi - Yerevan - Non ha aspettato le prossime elezioni, previste per il 20 giugno, il Ministro degli Esteri armeno Ara Aivazian che, con una lettera, ha annunciato le sue dimissioni.
Non è stata resa nota la ragione di questa decisione che giunge in un momento particolarmente critico per la piccola Repubblica d'Armenia. Aivazian era stato nominato ministro degli Affari esteri il 18 novembre scorso, a pochi giorni dalla fine della sanguinosa guerra con l'Azerbaijan nel territorio del Nagorno Karabakh.
Il 5 e 6 maggio Aivazian aveva incontrato il suo omologo russo Sergej Lavrov, alla presenza del primo ministro Nikol Pashinyan. Molti sono stati i temi affrontati, tra questi l’implementazione dell’accordo sul cessate il fuoco nei territori contesi del Nagorno-Karabakh, i progetti infrastrutturali di collegamento ferroviario tra Armenia e Federazione Russa, gli investimenti russi in Armenia, le attività di sostegno umanitario.
Appare ancora molto critica la situazione politica armena. Il primo ministro Nikol Pashinyan viene accusato, da una parte della popolazione, di non sapersi difendere e imporsi alle pressanti richieste azero-turche. E la Russia appare la grande assente.
Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov si era recato in Armenia anche per commemorare le vittime del genocidio e i caduti russi della Seconda guerra mondiale. Una visita arrivata a ridosso dell'annuncio del presidente americano Joe Biden che aveva ufficialmente riconosciuto il genocidio armeno. Una scelta, quella di Biden, che si pone tra le recenti tensioni tra Mosca e Washington e che in qualche modo arriva in soccorso di Pashinyan in vista delle elezioni ormai vicine.
Probabilmente, dietro la decisione di dimissioni del Ministro degli Esteri armeno potrebbe esserci la complessità di una situazione destabilizzante dal futuro incerto che potrebbe aver scoraggiato Ara Aivazian inducendolo a rassegnare le dimissioni .
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