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Immagine del redattorePatrizia Boi

Sassari - Ritrovamenti sepolti nel centro storico della città

Scavi a Largo Monache cappuccine - Foto dal Sito del Comune di Sassari

Patrizia Boi (Assadakah News) - Gli scavi archeologici nel cuore storico di Sassari, precisamente in Largo Monache Cappuccine, hanno portato alla luce frammenti della città medievale, svelando un passato che si intreccia con le radici della Sardegna e del Mediterraneo.


Questo ritrovamento, frutto di una campagna di archeologia preventiva collegata a un progetto di riqualificazione urbana, ha confermato l'importanza della zona come nucleo originario della città, risalente al periodo giudicale (XII-XIV secolo).


I resti emersi appartengono a un villaggio medievale che anticipa la Thathari murata, con strutture civili costruite in pietra e fango, e successivamente integrate da edifici religiosi come il Convento delle Cappuccine del XVII secolo.


Il lavoro, preceduto da indagini georadar, ha ampliato i saggi precedenti, rivelando tracce di vita urbana che attraversano i secoli, fino al Piano Petrucci degli anni ’30, noto per gli sventramenti urbanistici.

I materiali ceramici - Foto dal sito del Comune di Sassarii

Importanti anche i materiali ceramici rinvenuti, che potrebbero raccontare nuove storie sul quotidiano dei sassaresi medievali​. Tra i ritrovamenti, si segnalano frammenti di vasellame destinati all’uso domestico, come piatti, brocche e contenitori per la conservazione degli alimenti. Questi materiali, databili tra il XII e il XIV secolo, appartengono a un contesto sociale in cui l’interazione con altre aree del Mediterraneo è evidente sia nella tecnica di produzione sia nei motivi decorativi.


Le analisi preliminari suggeriscono che alcune ceramiche fossero di produzione locale, mentre altre mostrano influenze esterne, probabilmente frutto di scambi commerciali con altre città costiere del Mediterraneo. I reperti permettono di comprendere non solo la vita quotidiana, ma anche il livello di sviluppo tecnologico e culturale del periodo alto-giudicale.


Gli archeologi hanno evidenziato come questi manufatti siano fondamentali per ricostruire i modi di vivere e le dinamiche economiche di un’epoca cruciale per la formazione dell'identità urbana di Sassari, che si sviluppò dal villaggio iniziale fino alla Thathari murata, il primo nucleo fortificato della città.​

Nadia Canu, il sindaco Giuseppe Mascia, gli archeologi Laura Lai e Matteo Pipia

Il sindaco, Giuseppe Mascia, ha illustrato i ritrovamenti e il progetti di valorizzazione dell'area, insieme con la funzionaria della Soprintendenza Nadia Canu, gli archeologi Laura Lai e Matteo Pipia, l'impresa Habitat e gli architetti del Comune Angelo Pisanu e Alessandra Bertulu.


Il finanziamento per la realizzazione di questo progetto ammonta a 1 milione e 120mila euro e rientra nel piano di riqualificazione urbana elaborato dal Comune di Sassari attraverso il Pinqua, il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare.


Questo progetto non solo collega temporalmente le diverse fasi storiche di Sassari, ma intende ricucire il tessuto urbano attraverso interventi di riqualificazione come la creazione di gradinate, spazi verdi e illuminazione. È un gesto di riconciliazione tra passato e presente, restituendo alla comunità una porzione del proprio patrimonio storico.


Il progetto riguarda un'area centrale della Sassari medievale, già parzialmente documentata nei primi anni 2000 dalla Soprintendenza, quando furono rinvenute testimonianze delle prime costruzioni civili antecedenti le mura cittadine.


Questi scavi avvalorarono l'ipotesi che il primo nucleo medievale della città si trovasse tra il Duomo e la zona chiamata "Pozzo di Villa".


I recenti studi archeologici hanno confermato che quest'area contiene i resti di un villaggio giudicale, fiorito tra XII e XIV secolo, da cui prese forma la Sassari cinta da mura.


I risultati permettono ora una visione complessiva che supera il periodo medievale, ricostruendo un arco temporale più ampio.


L'importanza di questi scavi si estende oltre Sassari, mostrando come l'archeologia possa essere un ponte tra la Sardegna e il Mediterraneo. Le tracce materiali di una città medievale diventano testimonianze di relazioni, scambi e culture che definiscono l'identità stessa di un'isola da sempre crocevia di popoli e storie​.


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