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Immagine del redattoreElisabetta Petrolati

Sardegna - Tesori del Mediterraneo: a Barumini la storia dell'archeologia nuragica




Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - “Sardegna Nuragica - scavi e scoperte tra Ottocento e Novecento” è il titolo della suggestiva mostra visitabile fino al 3 novembre al Centro “Giovanni Lilliu” di Barumini, comune della provincia del Sud Sardegna nella regione storico-geografica della Marmella.

La mostra è stata allestita dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la città di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna.

L’esposizione si compone di reperti inediti che raccontano una storia millenaria attraverso vari ritrovamenti tra cui quelli di Santa Vittoria di Serri, di Teti, Ozieri o Chilivani e di Nuragus.

È possibile anche visionare immagini degli scavi o leggere antiche pagine di giornale, della Sardegna, d’Italia e di settore. “Il percorso espositivo racconta la storia dell’archeologia in Sardegna, dai rinvenimenti della fine dell’Ottocento, che avevano iniziato ad attirare l’attenzione anche dell’archeologia fuori dell’isola, fino agli scavi che venivano fatti soprattutto da Antonio Taramelli, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale” - ha spiegato Gianfranca Salis della Soprintendenza Apab.

“In questa mostra vogliamo raccontare anche la nascita dell’archeologia moderna oltre che il periodo dove affonda la passione per l’archeologia nuragica che poi, piano piano, si è diffusa in tutta la Sardegna. Un’occasione importante - ha specificato Salis - per continuare a far emergere reperti che vengono restaurati e conservati con cura e che in queste occasioni possono essere messi a disposizione dei visitatori”.




Barumini, piccolo centro situato nel cuore della Marmilla, costituisce un luogo speciale, ricco di tradizione e storia. Si respira un’aria speciale in questo territorio che, tra le varie testimonianze, vanta la presenza dell’area archeologica Su Nuraxi. Il sito è stato portato alla luce durante gli scavi, negli anni ‘50, condotti dal grande archeologo Giovanni Lilliu.

L’area è costituita di un imponente complesso nuragico risalente al XV secolo a.C., costruito in varie fasi, e da un esteso villaggio di capanne che si è sviluppato intorno nel tempo. Luogo suggestivo e magico, riconosciuto patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO ormai dal 1997. Fin dall’antichità il territorio del piccolo centro della Marmilla è sempre stato florido, ricco di meraviglie e importante via di comunicazione. Recentemente, il patrimonio di Barumini si è arricchito di un altro nuraghe complesso, Su Nuraxi ‘e Cresia, venuto alla luce durante gli anni ‘90 nel corso dei lavori di restauro di Casa Zapata. La residenza spagnola , antica proprietà dei baroni sardo-aragonesi, era stata costruita sopra l’antico edificio nuragico a partire dalla metà del 1500. Territorio dunque tutto da scoprire nei suoi misteri nascosti.


La Fondazione Barumini Sistema Cultura, con l’apertura del nuovo Centro di Comunicazione e Promozione Culturale “Giovanni Lilliu” organizza oggi numerose e interessanti mostre perseguendo la finalità di promuovere il comune sardo come punto di incontro e di valorizzazione della Provincia del Medio Campidano.

“Con questa mostra daremo la possibilità di scoprire tanti altri tesori della Sardegna nuragica e dell’Ottocento-Novecento, con l’intenzione di poter accogliere ancora tantissimi altri visitatori che oggi arrivano a Barumini per visitare il sito archeologico Su Nuraxi“- ha auspicato Emanuele Lilliu, attuale presidente della Fondazione . “Ogni sei mesi organizziamo un grande evento - ha precisato Lilliu - perché crediamo che la visita al sito di Barumini possa essere completata in un tour tra nuraghe e Casa Zapata, proprio con queste mostre che vengono ospitate al Centro Lilliu”.

Al di là dell’ esposizione attualmente allestita, è possibile visitare il patrimonio culturale di Barumini e usufruire dei tanti servizi offerti dalla Fondazione tutti i giorni dell’anno.

I circa trenta nuraghi presenti nel territorio baruminese nascondono una storia tutta da scoprire ed esperire tra le loro millenarie pietre.

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