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Salvatore Lilli – Trovati manoscritti a Oriolo Romano su preludio del Genocidio Armeno

Aggiornamento: 26 mag 2022

Assadakah Roma News – Un ritrovamento casuale, avvenuto tre anni fa, da un muratore, Salvatore Gargano, mentre lavorava alla ristrutturazione del convento di Oriolo Romano, ha riportato alla luce preziosissimi manoscritti autografi del Beato Salvatore Lilli...chissà, forse lo stesso nome non è stata una semplice casualità...In ogni caso, si tratta di un ritrovamento di enorme valore culturale e soprattutto storico: una serie di documenti (oltre 300 pagine) che costituiscono una testimonianza di non trascurabile importanza, costituiti da appunti, pensieri, lettere indirizzate al pontefice di allora, papa Pio IX, a diversi alti prelati e cardinali, nelle quali Salvatore Lilli si fa testimone dei primi atti criminali perpetrati dall'impero ottomano ai danni della popolazione armena. Crimini che da lì a pochi anni sarebbero sfociati nell'abominio del primo genicidio del XX secolo, passato alla storia come Metz Yeghern. Un avvertimento che costituisce la prova inoppugnabile delle intenzioni degli occupanti turchi, riportato da un monaco francescano che vide con i propri occhi quello che stava succedendo, e che mise per iscritto le proprie impressioni. Viene da chiedere perché questo avvertimento non fu ascoltato, perché probabilmente il corso della storia avrebbe potuto prendere un'altra direzione, risparmiando circa due milioni di vite.

I documenti ritrovati sono stati affidati alla redazione della Associazione Italo-Araba Assadakah, che ha provveduto a consegnarli all'ambasciatrice della Repubblica di Armenia in Italia, S.E. Tsovinar Hambardzumyan, la quale ha provveduto a farli giungere in Armenia. Il Genocidio Armeno è ormai storicamente noto, ma poco si sa della persona che scrisse questi documenti, cioè Salvatore Lilli. Nato a Cappadocia, in provincia dell’Aquila, nel giugno 1853, Salvatore Lilli entrò giovanissimo nell’ordine francescano dei Frati Minori, nel giugno 1853, e vestì l’abito francescano nel luglio 1870, nel convento di Nazzano (Roma), diventando monaco presbitero. Inviato come missionario in Asia Minore nel 1873, fu trucidato pochi anni dopo, nel novembre 1895, dai soldati dell’impero ottomano, che lo arrestarono insieme a sette compagni armeni, fra cui il monaco Giovanni figlio di Balzi, durante una delle numerose scorrerie, perché insieme si rifiutarono di rinnegare la propria fede. Nell’ottobre 1982, papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato Beato.

La morte del monaco francescano avvenne lungo il corso del fiume Zihun, in Cilicia, non lontano dalla città di Maras, che oggi si trova in Turchia. I luoghi del culto del Beato Salvatore sono diversi, ma uno in particolare ha un significato molto profondo, ed è Betlemme, luogo di nascita di Cristo, dove salvatore proclamò la propria fede e l’appartenenza all’ordine di San Francesco. Oltre a questo, importante è anche il pellegrinaggio che il monaco fece nell’Orto degli Ulivi, nel logo della flagellazione e fino al percorso di Gesù diretto alla crocifissione sul monte Golgota, dove celebrò la sua prima messa, che fu preludio al martirio.

I nomi di sette dei dodici fedeli armeni martiri insieme a padre Salvatore Lilli sono: Baldji Ohannès, Khodianin Kadir, Kouradji Tzeroum, Dimbalac Wartavar, Ieremias Boghos, David Oghlou, Toros David; degli altri non si conosce il nome.


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