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Salta la pace: gli azeri vogliono tutta l'Armenia e si armano

Immagine del redattore: Letizia LeonardiLetizia Leonardi

Letizia Leonardi (Assadakah News) - Si complica la pace tra Yerevan e Baku. Il Ministero degli Esteri di Yerevan ha reso noto il testo dell'accordo, punto per punto. L'Armenia non accetta le precondizioni poste dall'Azerbaijan prima di firmare il testo concordato dell'accordo di pace tra i due Paesi. D'altra parte l'Azerbaijan rivendica il 60-70% del territorio della Repubblica d'Armenia e vuole considerarlo l'Azerbaijan occidentale. Il Premier armeno Nikol Pashinyan ritiene questa proposta irricevibile. A parte la pretesa territoriale del dittatore azero, Il documento definitivo non affronta le principali preoccupazioni in materia di sicurezza. Non si specifica bene il confine tra Armenia e Azerbaigian, non si parla del ritiro delle truppe azere dai territori occupati dell'Armenia, non si menziona il diritto degli armeni dell'Artsakh al ritorno nelle loro case, non si accenna al rilascio dei prigionieri di guerra armeni ancora detenuti in Azerbaijan e non c'è alcuna tutela per evitare ulteriori aggressioni azere. Sembra un accodo senza garanzie per la Repubblica d'Armenia. Non è una novità il fatto che il governo di Baku non voglia una pace. Aliyev punta a ripetere il risultato ottenuto con il Nagorno Karabakh e ad ogni concessione di Yerevan alza la posta e le pretese, E cercherà di scaricare la colpa del mancato accordo sull'Armenia per giustificare un'aggrssione militare con tanto di mistificazione della verità. Un comportamento prevedibile quello del dittarore azero. Il portale Caliber, affiliato al Ministero della Difesa azero, in questi giorni ha pubblicato articoli sostenendo che “l’Armenia si sta preparando per una nuova guerra contro l’Azerbaijan”, con tanto di probabili date dell’attacco, indicativamente in aprile.

A provare l'intenzione azera di aggredire militarmente l'Armenia ci sono i potenziamenti del suo arsenale: la compagnia aerea Silk Way (e non solo) trasporta regolarmente munizioni in Azerbaijan da Israele, Repubblica Ceca, Serbia, Bulgaria, Turchia, Giordania, Pakistan e altri Paesi. Negli ultimi giorni, gli aerei da trasporto militare Il-76 hanno volato quasi quotidianamente sulla rotta Baku-Nakhchivan e sono state fatte esercitazioni con i droni nell'area della base aerea di Dalyar. In un conflitto l'Armenia, da sola, ce la farà contro il gigante azero?

L'Armenia si colloca solo al 61° posto tra gli importatori di armi al mondo, il che indica volumi di acquisto molto modesti. L'Azerbaijan invece è tra i 25 maggiori importatori di armi al mondo e continua con l'acquisto di droni turchi Bayraktar TB2, missili balistici israeliani LORA e sistemi di difesa aerea russi, tra cui sistemi S-300 modernizzati. Dunque è così che Baku si preparerebbe alla pace? L'Armenia si era dichiarata disposta a riconoscere il Nagorno Karabakh come parte dell'Azerbaijan e a modificare la Costitizione in modo da escludere la possibilità di eventuali rivendicazioni territoriali sulla ex enclave armena. Ma Aliyev rilancia sempre. Sono arrivate anche le dichiarazioni del Ministro degli Esteri di Yerevan Ararat Mirzoyan. "Ci sono territori appartenenti all'Armenia che sono attualmente sotto il controllo delle forze azere, incluso Jermuk. - ha spiegato il Ministro - Alcuni territori dell'Azerbaijan sono sotto il controllo delle Forze Armate Armene. Lo scopo della delimitazione è definire una linea di confine e posizionare forze. Questo è il significato fisico della delimitazione.

Tutte le ferrovie, le autostrade e le infrastrutture dell'Armenia rimarranno sotto la sovranità e la legislazione della Repubblica d'Armenia.  Il testo dell'accordo concordato non contiene una disposizione sul cosiddetto corridoio, non è presente alcuna regolamentazione unilaterale. Non è indicata neanche una Costituzione. Nutriamo preoccupazioni anche riguardo alla Costituzione dell'Azerbaijan, ed è noto che assistiamo anche a certe rivendicazioni riguardanti l'integrità territoriale dell'Armenia. Non contiene una disposizione che preveda che le persone che vivevano nei due Paesi prima del crollo dell'URSS possano tornare alle loro case o alle aree in cui vivevano i loro antenati". Per Mirzoyan  il 2024, per l'Armenia, è stato l'anno più pacifico e stabile degli ultimi 20 anni.

"Stiamo aspettando - ha proseguito il Ministro - una risposta ufficiale dall'Azerbaijan in merito alla nostra proposta di sbloccare le comunicazioni. Il rilascio dei prigionieri è una componente importante di una soluzione globale dei problemi con Baku.  Al momento non vedo le condizioni affinché gli armeni del Nagorno Karabakh possano tornare nella loro patria, nelle loro case e viverci in sicurezza e, francamente, non vedo alcuno sforzo da parte dell'Azerbaijan per garantire queste condizioni".

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