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Sahel - Un equilibrio a rischio

Assadakah News - Alle già numerose situazioni di crisi, conclamate o meno, (come Haiti ad esempio, di cui l’informazione ufficiale non si occupa), il Sahel è sempre più uno dei territori all’attenzione internazionale. In questa zona è tensione fra Algeria e Mali, aumentata dall’ultimo abbattimento di un drone maliano la notte del 31 marzo scorso, nella zona di Tinzaouatène, non lontano dalla frontiera fra i due Paesi. Da Bamako, smentita ufficiale di sconfinamento dal capo di stato maggiore, Oumar Diarra. Secondo le autorità, il mezzo avrebbe dovuto identificare e colpire ribelli indipendentisti dell’Azawad (FLA) la cui roccaforte si trova nell’area di Tinzaouatène.

I resti del drone ritrovato nel deserto fra Algeria e Mali
I resti del drone ritrovato nel deserto fra Algeria e Mali

Dopo che la giunta militare del Mali ha dichiarato nullo il Trattato di Algeri (accordo di pace del 2015 con gli indipendentisti tuareg) la lotta armata si è riaccesa e il governo considera i Tuareg terroristi, come i jihadisti. Nel territorio sono segnalati anche gruppi di mercenari russi della Wagner, oggi Africa Corp dopo la morte del fondatore, Evgenij Prigozhin.

Il relitto del drone abbattuto è stato trovato dagli indipendentisti tuareg di FLA sul lato maliano del confine. In seguito all’incidente, i due Paesi hanno reciprocamente chiuso il proprio spazio aereo e nessun velivolo proveniente dal o per il Mali può sorvolare l’Algeria e viceversa, ma non è tutto: è avvenuto un reciproco ritiro di ambasciatori da una parte l’Algeria dall’altra il blocco Mali-Niger-Burkina Faso, in pratica AES (Alleanza Stati del Sahel), per violazione del diritto internazionale, definendo il fatto come “ennesima provocazione dell’Algeria”. Sia Algeria che Mali si sono appellati al Consiglio di Sicurezza ONU.

Intanto la AES si avvicina sempre più alla Russia, dopo avere chiuso ogni legame con la ex colonialista Francia. I ministri degli Esteri di Mali, Burkina Faso e Niger, cioè Abdoulaye Diop, Karamoko Jean-Marie Traoré e Bakary Yaou Sangaré, sono stati in visita ufficiale a Mosca, su invito di Sergej Lavrov. Un incontro definito prima sessione delle consultazioni fra Alleanza degli Stati del Sahel e Russia, per rafforzare le relazioni.

AES - Ibrahim Traoré, leader del Burkina Faso; Abdourahamane Tchiani, capo della giunta militare del Niger; e Assimi Goita, leader del Mali
AES - Ibrahim Traoré, leader del Burkina Faso; Abdourahamane Tchiani, capo della giunta militare del Niger; e Assimi Goita, leader del Mali

Lo stesso Lavrov conferma: “La Russia è pronta a fornire assistenza completa all’Alleanza degli Stati del Sahel in tutte e tre le aree prioritarie, in primo luogo, difesa e sicurezza, in secondo luogo, economia e, in terzo luogo, diplomazia nel senso della partecipazione ai processi internazionali”. Mosca considera la creazione dell’AES come volontà di creare una nuova architettura di sicurezza nella regione. Lavrov ha inoltre annunciato che Mosca e l’Alleanza del Sahel terranno riunioni a cadenza annuale, a rotazione in Russia e in ciascuno dei tre Paesi. Affrontate naturalmente le questioni economiche e commerciali, come la creazione di una banca d’investimento del Sahel, su cui le tre giunte africane chiedono collaborazione da Mosca.

La Confederazione del Sahel potrebbe costruire un ponte con i Brics, questione estremamente importante. La Russia è Paese membro dei Brics, che stanno contribuendo a creare un mondo multipolare, anch’esso estremamente importante nel contesto odierno.

Lo scorso 16 gennaio a Bamako, si sono riuniti i ministri delle Finanze dei tre Paesi e diversi esperti regionali ed è stato confermato l’avvio di colloqui per l’istituzione di un fondo comune. Anche in questo caso, gli interventi si sono concentrati sull’obiettivo comune di sviluppare le infrastrutture e rafforzare gli scambi commerciali fra i Paesi membri, con una linea aerea stabile, e la messa in circolazione di un passaporto destinato ai cittadini membri degli Stati AES, garantendone la compatibilità con il documento emesso dalla Cedeao. Il processo di sganciamento delle giunte africane dall’orbita occidentale ha conosciuto un passo decisivo lo scorso 31 gennaio, quando i tre Paesi membri dell’AES hanno ufficializzato la loro uscita dalla Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, e auspicato la creazione di una forza congiunta di cinquemila uomini, per combattere il terrorismo, anche con una piattaforma mediatica congiunta.

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