Assadakah News Agency - Secondo le ultime informazioni, i rapporti fra Algeria e Mali non sono attualmente distesi, specie dopo che l’Algeria ha richiamato il proprio ambasciatore e subito dopo il Mali ha fatto lo stesso.
Da Bamako arrivano niente di meno che accuse di complicità con i ribelli separatisti del Mali-Azawad, e perfino di sostegno a livello di armamenti, con lo scopo di fomentare dissidi interni per assicurare l’egemonia algerina nella Regione.
Bamako accusa Algeri
Le autorità del Mali affermano che i legami dei ribelli separatisti con l’Algeria, risalgono alla guerra civile che da Algeri si è diffusa nella zona sub-sahariana del Paese, soprattutto nelle province di Ghali e Iyad. Accuse di egemonia ed esportazione del terrorismo che risuonano anche in Marocco, dove gli indipendentisti del Fronte Polisario del Sahara Occidentale stanno ancora e sempre manifestando attivamente per i propri obiettivi. E risuonano in altri Paesi africani come Tunisia, Libia, Mauritania, Niger, Burkina Faso e Chad.
L’Algeria è quindi vittima di una strategia di isolamento regionale e di conseguenze internazionale? Di fatto la situazione non migliora con la decisione del Mali di ritirare il suo ambasciatore, e aggiunge elementi di disequilibrio nella già fin troppo agitata regione chiave del Sahel e in particolare della provincia nota come Azawad, la parte del Mali che confina appunto con l’Algeria, e che per breve tempo ha costituito uno Stato indipendente non riconosciuto con capitale Gao, dalla dichiarazione di autonomia dell’aprile 2012, attraverso violenti combattimenti fra i Tuareg Kel Tamashek del Movimento Nazionale di Liberazione e governo centrale, fino al febbraio 2013.
La provincia di Azawad
Il territorio, prevalentemente tipico del Sahara, è strategicamente importante in quanto incrocia il fiume Niger nei pressi di Gao, ed è ricco di risorse naturali. Lo dimostra il fatto che, nella storia, è stato conteso e dominato da diversi padroni, dall’impeto Gao del 9° secolo, ai SOnghai, Pashalik, impero del Marocco, colonia francese fino al 1960 poi costituitosi in federazione e quindi in repubblica. Le ribellioni locali sono state frequenti nel secolo scorso, specialmente in quattro occasioni fino alla proclamazione dell’indipendenza politica e ammnistrativa.
Tradizionalmente, esiste un certo risentimento nei confronti del controllo centralizzato di Bamako e infatti le correnti indipendentiste dono sempre presenti. Alcuni di questi movimenti reclamano l'indipendenza di questa zona e delle regioni di Azawagh e Ayr fin, come parte della Nazione Tuareg.
Alla fine del 2006, una rivolta nella regione di Kidal fu sedata proprio grazie alla mediazione di Algeri, poi venne scoperto il petrolio nel 2006, successivamente l’Azawad è diventata zona frequentata da gruppi fondamentalisti islamici e di non meglio identificati gruppi salafiti.
La guerra civile ha portato l'etnia Tuareg del Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad ad allearsi con alcune frazioni fondamentaliste (Ansar Dine) diventate poi Al-Qaeda del Maghreb Islamico.
Nel corso degli scontri, sono state distrutte numerose reliquie della locale tradizione sufi e le tombe stesse (marabutti) di alcuni santi musulmani (tra cui l'antico mausoleo dedicato ad Alpha Moya e le sepolture di Sidi Mahmud, Sidi el-Mukhtar, Sidi Elmety, Mahamane Elmety e Shaykh Sidi Amar), a causa dell'accesa ostilità iconoclastica del Wahhabismo verso qualsiasi forma di culto che non sia rivolta ad Allah.
Dal dicembre 2012, sono ripresi gli scontri con le forze armate del Mali, e gli islamisti hanno iniziato a invadere il sud del paese, espugnando una città centrale, Konna, e minacciando da vicino la stessa capitale Bamako. Questa situazione ha portato nel gennaio 2013 la Francia a intervenire, facendo riferimento a una risoluzione ONU del gennaio 2012. Lo Stato francese ha schierato sul campo 750 uomini e ha promesso l'invio di altri 1700. Anche i Paesi nordafricani dell'Ecowas hanno annunciato l'invio di 3000 soldati, mentre attualmente la Francia ha rinunciato alle operazioni e in Mali si sente sempre di più parlare russo…
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