Assadakah Roma News - Circa 13,5 milioni di persone che vivono una condizione di povertà in più rispetto a oggi entro il 2050. E' lo scenario ipotizzato dalla Banca mondiale per la regione africana del Sahel qualora non dovessero essere messe in atto delle adeguate politiche e dei proporzionati investimenti nell'adattamento al riscaldamento climatico.
La stima è contenuta in un rapporto pubblicato in questi giorni dall'istituzione bancaria, che ha sede a Washington. Nello studio si evidenziano due tipi di scenari in relazione alle conseguenze degli shock climatici: il primo, descritto come ottimistico e "umido", ovvero caratterizzato da una minore siccità, prevede un aumento di quattro milioni di poveri fra gli abitanti della regione, con un tasso percentuale dal 27 al 29 per cento; il secondo, "secco" e pessimista, stima in 13,5 milioni i nuovi poveri, con un tasso del 34 per cento.
Secondo la Banca Mondiale cinque Paesi del Sahel - Burkina Faso, Mauritania, Nigeria, Mali e Ciad - necessitano di 33 miliardi di dollari in investimenti per le politiche di adattamento climatico entro il 2030.
Nel documento sono evidenziate le numerose criticità che caratterizzano il Sahel, casa per 89 milioni di persone, come l'instabilità politica, l'insicurezza e le conseguenze della pandemia di Covid-19. Nel testo è però sottolineato che i cinque Paesi della regione dispongono delle risorse naturali e della forza lavoro – è l'area più giovane del mondo - per poter virare verso un modello energetico "sostenibile e resiliente".
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