La associazione italo-araba Assadakah si unisce all’ambasciatore di Palestina presso la Santa Sede, S.E. Issa Kassissieh, nel divulgare la lettera scritta al Santo Padre dal portavoce della delegazione palestinese che ha incontrato Papa Francesco pochi giorni or sono.
“Santità,
spero che questo messaggio Vi trovi in buona salute.
E’ stato un immenso onore incontrarLa, due settimane or sono, come componente della delegazione palestinese da Voi ricevuta. Durante quell’incontro, abbiamo condiviso le nostre esperienze di profonda sofferenza per quanto riguarda Gaza, e so che Vostra Santità ha pregato per noi e per le famiglie che stanno vivendo nella paura nelle terre di Palestina, e per fare finire urgentemente questa assurda guerra.
Con il cuore oppresso dal dolore, devo aggiornarVi sui tragici eventi accaduti dopo il nostro incontro di due settimane fa. Khadija, la donna incinta per cui avete pregato, ha perso tutta la famiglia in un devastante bombardamento israeliano che ha raso al suolo la sua casa. Gli aerei israeliani hanno sganciato sulla sua casa una bomba ad alto potenziale esplosivo, senza alcun preavviso, causando la perdita di preziose vite.
In aggiunta alla già sconvolgente angoscia, i resti dei familiari di Khadija giacciono ancora sepolti dalle macerie, perché le autorità delegate alla protezione dei civili non dispongono di attrezzature adatte per poter estrarre i corpi e dar loro una dignitosa sepoltura.
Le persone innocenti che sono state barbaramente uccise sono Tahany e Ahmed Darabeih, 42 e 52 anni, madre e padre di Khadija; Abd Elhadi, Farah, Hala, Mohamed e Hanen, fratelli e sorelle di Khadija, tutti fra gli 11 e i 18 anno 26 anni; Ahmed Bardawel, 29 anni, fratellastro; e i piccoli Zena e Lien, che avevano 5 anni e 1 anno e mezzo. Khadija ha dovuto portare a termine la gravidanza e dare alla luce la propria creatura con un indescrivibile e opprimente dolore, e dovrà prendersi cura di lei, sua prima figlia, con grande tristezza, in condizioni disperate, e con estremo bisogno di incoraggiamento e sostegno.
La piccola, nata in questa sconvolgente realtà, non potrà avere la gioia di conoscere e godere dell’affetto dei propri familiari, non conoscerà il calore dei loro abbracci e il suono della loro voce, né la gioia di un’infanzia nei giochi con i cugini.
La straziante vicenda di Khadija, purtroppo non è un caso i solato, perché ogni famiglia palestinese sta vivendo la stessa tragedia. Chiediamo quindi con estremo bisogno che Voi, Santità, preghiate ancora per noi, e che usiate la Vostra autorità e la Vostra influenza per la pace, per un cessate-il-fuoco che porti alla fine di questa devastante guerra.
Santità, la Vostra compassione e il Vostro supporto significano tantissimo e sono un grande dono per tutti coloro che stanno soffrendo, e crediamo nel potere della Vostra autorità per poter raggiungere finalmente una condizione di pace.
In solidarietà e con profondo rispetto,
Palestina, 6 dicembre 2023
Mohammed Halalo, portavoce della delegazione palestinese”.
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