Assadakah Roma News - La storia dei profughi palestinesi in Libano e le difficoltà, come le leggi che gli precludono la possibilità di praticare oltre 70 tipi di lavoro, ma anche la tenacia di andare avanti con progetti a sostegno della comunità, a esempio nei settori nell'assistenza psicosociale e odontoiatrica. C'è questo e altro nel documentario “House of the Resilient Children” della regista Francesca Zonars, coprodotto dalle Ong Un Ponte Per e Cooperazione odontoiatrica internazionale Onlus (Coi), trasmesso nel quartiere Pigneto di Roma nella giornata di inaugurazione della libreria DeriveApprodi Radical.
L'occasione per la proiezione è stato anche il 40esimo anniversario della strage nel campo profughi di Shatila e nel quartiere di Sabra, entrambi nel sud di Beirut, passati alla storia come il massacro di Sabra e Shatila. Il 16 settembre 1982 milizie libanesi cristiano-maronite uccisero oltre 3500 persone secondo alcune stime, fra profughi palestinesi e libanesi musulmani.
Molti degli orfani di quegli omicidi di massa sono stati e sono tuttora sostenuti da Beit Atfal Assomoud, l'organizzazione palestinese che il film segue e di cui racconta la storia, cominciata durante la guerra civile libanese, combattuta fra il 1974 e il '76, come ricordato prima della proiezione del film in un video messaggio dalla capitale libanese dal presidente e fondatore Kassem Aina.
Il documentario dà voce anche a Coi, che contribuisce a portare assistenza odontoiatrica nel campo, e a Ulaya, un'altra organizzazione che nei campi profughi si occupa di assistenza psicosociale. I principali destinatari di questi progetti sono minori.
Sullo sfondo le problematiche che affrontano i profughi palestinesi in Libano, dove la legge riconosce il loro status solo parzialmente e dove non impedisce loro di studiare, ma di praticare 77 professioni. Un Ponte Per sostiene i centri di Assomoud dal 1997, garantendo istruzione, salute e protezione per bambini palestinesi dei campi profughi libanesi.
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