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Letizia Leonardi (Assadakah News) - Non è certo passata inosservata la mostra dal titolo “Göbeklitepe: L’enigma di un luogo sacro”, allestita al Colosseo (secondo livello dell'Anfiteatro Flavio) e promossa dal Parco Archeologico del Colosseo con la curatela di Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Daniele Fortuna e Federica Rinaldi e la collaborazione del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia e dell’Ambasciata di Turchia a Roma. Una mostra che mistifica la storia antichissima e nella quale l'Armenia appare cancellata in alcune immagini, sicuramente totalmente ignorata. Le Comunità Armene e i cittadini italiani che stanno dalla parte del primo popolo cristiano del mondo e non da quella dei massacratori (che non hanno neppure voluto riconoscere il genocidio compiuto nel 1915 contro gli armeni) sono indignati per il permesso e il patrocinio concesso dal Ministero della Cultura italiano. Viene segnalato da più parti che l’allestimento è stato utilizzato per manifestare le più deprecabili teorie nazionaliste genocidiarie e anti armene. Il Consiglio per la Comunità Armena di Roma, in particolare, ha inviato una comunicazione al Ministro della Cultura facendo presente che: "Nei pannelli illustrativi l’Armenia, la grande Armenia storica che si estendeva dal mar Caspio al Mediterraneo, è stata omessa. Così come l’attuale Repubblica di Armenia. Al suo posto i curatori hanno pensato bene di collocare una “grande Azerbaijan”, Paese inesistente fino al 1918 il cui autocratico Presidente continua ancora oggi a minacciare la repubblica di Armenia accampando pretese su fantomatiche terre storiche azere. Anche se l’evento terminerà a breve riteniamo opportuno, anzi indispensabile, un Suo autorevole sollecito intervento per allontanare subito qualsiasi sospetto che la mostra sul sito archeologico sia stato solo un pretesto per dar spazio alle più bieche teorie nazionaliste turche degne di un membro dei “Lupi grigi”".
La mostra terminerà infatti il 2 marzo ma è stata inaugurata il 25 ottobre 2024.
L'obiettivo della mostra sarebbe dovuto essere quello di sensibilizzare il pubblico sull'importanza della conservazione del patrimonio storico culturale. Peccato che la Turchia sia il Paese che, più di tutti, insieme all'Azerbaijan, abbia distrutto monumenti antichissimi di straordinaria importanza sol perché doveva cancellare la presenza ancestrale degli armeni nei territori ad essi sottratti. Si può ipotizzare invece che il vero motivo di questa mostra, con le relative conferenze previste nel corso dell'evento, sia invece un primo tentativo per fare una propaganda mendace contro gli armeni e l'Armenia così da abituare l'occidente alla cancellazione della Repubblica d'Armenia, così come avvenuto con il Nagorno Karabakh.
(Foto di Roma Today)
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