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Arabia Saudita - Cooperazione con la Cina per estrarre acqua dall'aria del deserto


Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - La scarsità di acqua è uno dei grandi problemi dell’umanità. Un gruppo di ricerca cinese e saudita, guidato da Yu Han, della “King Abdullah” University of Science and Tecnology (KAUST), in Arabia Saudita, ha messo a punto una nuova tecnologia che consente di estrarre fino a tre litri di acqua al giorno dall’aria del deserto. Ciò è possibile grazie a pannelli di un metro di lato, usando solo energia solare e nessun intervento esterno. Lo studio è stato pubblicato su “Nature Communications”.

Il problema della siccità coinvolge ogni anno circa due miliardi di persone, le zone interessate sono le isole, le zone costiere prive di fiumi o fonti di acqua potabile e ovviamente le zone desertiche, remote e aride. Nell’atmosfera si trovano circa 13 trilioni di tonnellate di acqua potabile, circa sei volte tutta quella contenuta nei fiumi del mondo. Per tale motivo sono state avviate molte ricerche finalizzate allo sviluppo di tecnologie economicamente accettabili per estrarre il vapore acqueo dall’aria, soluzioni che possono salvare molte vite. Gli impianti messi a punto sono stati tuttavia riconosciuti come dispendiosi in termini economici e impegnativi dal punto di vista della manutenzione.

Il dispositivo realizzato dall’equipe di ricerca cinese e saudita è completamente innovativo rispetto ai precedenti poiché è capace di usare l’energia solare per estrarre in modo passivo, senza intervento umano o di altri dispositivi, fino a tre litri di acqua per ogni metro quadro occupato in regioni desertiche.

“ La nostra  ispirazione iniziale è venuta dall’osservazione dei processi naturali - ha detto Kaijie Yang, leader dello studio - in particolare, come le piante trasportano in modo efficiente l’acqua dalle radici alle foglie attraverso strutture specializzate”. L’idea chiave è stata dunque quella di utilizzare ponti di trasporto di massa come canali vitali tra la cattura dell’acqua dall’atmosfera e la trasformazione in acqua dolce.


Di che ponti si tratta? I ponti sono strutturati in microcanali verticali riempiti con la soluzione salina che assorbe l’acqua. Poi, similmente al movimento dell’acqua lungo i fusti delle piante, la soluzione ricca di acqua viene aspirata dai canali attraverso un’azione capillare. Inoltre, quando la soluzione si concentra, si diffonde di nuovo verso il basso,  in tal modo il processo si ripete e raccoglie più acqua.  Il design innovativo consente di collegare in modo efficiente la sezione aperta per la cattura dell’acqua e la sezione chiusa per la produzione di acqua dolce. Il sistema è stato testato in Arabia Saudita e, durante i test, il team di ricercatori ha fatto funzionare il sistema senza manutenzione per diverse settimane. Gli studiosi hanno anche dimostrato che tale sistema può essere utilizzato, quale fonte diretta, per l’irrigazione di piante nel deserto.

“I materiali che abbiamo utilizzato sono un tessuto che assorbe l’acqua, un sale igroscopico a basso costo  e un telaio a base di plastica, - ha affermato Oiaoqiang Gan, uno degli autori senior - abbiamo scelto i materiali per la loro economicità e disponibilità, quindi prevediamo che il costo sia accessibile per un’applicazione su larga scala in aree a basso reddito”.

In sostanza si tratta di una tecnologia semplice, strategica soluzione in grado di fornire acqua, a costi contenuti, alle zone desertiche e aride.

“Puntiamo a implementare questa tecnologia per produrre acqua dall’aria per compensare il fabbisogno idrico per un’agricoltura sostenibile necessaria per una produzione alimentare sicura in Medio Oriente”, ha riferito Yu Han.

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