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Roma - Simposio sulla città assediata di Taiz nello Yemen

Assadakah Roma News - Sulla linea dello sforzo internazionale per la costruzione della pace, il 30 giugno (h.10.00-12.00 CEST), l'Ambasciata della Repubblica dello Yemen in Italia ha tenuto oggi, 30 giugno, il Simposio virtuale con il seguente programma: Intervento di apertura e benvenuto del Moderatore; Interventi di rappresentanti della società civile di Taiz; Discussione aperta.

All'evento, tenuto in lingua araba e in inglese, e moderato dal giornalista Talal Khrais, corrispondente della National News Agency di Beirut e responsabile per le relazioni internazionali della associazione italo-araba Assadakah Roma, hanno parteciperanno rappresentanti della società civile della città di Taiz.


Dopo più di sette anni dal colpo di stato della milizia Houthi contro lo Stato e le istituzioni statali dello Yemen, e contro il processo democratico della Conferenza sul dialogo nazionale, gli yemeniti di tutto il paese continuano a lottare per vivere in mezzo a tali sofferenze e agonie risultate da violazioni e atrocità perpetrate dagli Houthi di cui l'assedio alla città di Taiz è un vivido esempio.

I recenti sforzi guidati da Hans Grundberg, inviato speciale delle Nazioni Unite (UNSP) in Yemen per rinnovare la tregua per altri due mesi dovrebbero "alleviare le sofferenze del popolo di Taiz", come ha affermato. Tuttavia, continua l'intransigenza degli Houthi nel rispondere alla proposta di revocare l'assedio a Taiz, chiaramente indicata dall'UNSP allo Yemen nel suo recente briefing all'UNSC in cui si è dichiarato incoraggiato dalla risposta positiva del governo di Yemen alla proposta dell'ONU al riguardo; L'UNSP sta ancora aspettando una risposta dagli Houthi. È motivo di preoccupazione come il popolo di Taiz sotto l'assedio possa persistere per essere resiliente e portare il peso della sofferenza, mentre rimane chiaro che gli Houthi continuano a considerare qualsiasi alleviamento della sofferenza del popolo solo da una prospettiva di guadagno politico.

Qual era la vera situazione nell'assedio di Taiz? Quali sono le ripercussioni dell'assedio Houthi su Taiz? In che modo la revoca dell'assedio può contribuire a costruire la pace? Qual è il ruolo degli attori della società civile a tal fine?

La città, capoluogo del governatorato omonimo, ha una storia millenaria. Sorge a circa 1.500 metri di altitudine, sulle pendici della Montagna della Pazienza, Jabal al-Sabr. Le prime notizie storiche risalgono al 12° secolo, ai tempi di Turan Shah, fratello del sultano Salahaddin, che giunse nello Yemen nel 1173, e decise di dare inizio a opere fortificate per Taiz.

Nel 1255, l’Imam Al-Malik al-Muzafar Yusuf, della dinastia Rasul, ne fece la seconda città più importante del regno dopo Zabid. Taiz visse diversi secoli di splendore, fino alla conquista turca nel 1546, e fino al 1948 la città ebbe un lungo periodo di isolamento, fino alla riscossa dell’Imam Ahmad, sotto il cui dominio Taiz rinacque a nuova fama e si espanse oltre l’antica cinta muraria.


Taiz è stata una delle più solide realtà economiche dello Yemen, anche per la presenza dell’aeroporto internazionale, e ha conservato il fascino degli antichi quartieri, con le abitazioni realizzate in mattoni bruni, che contrastano con le moschee bianche, fra le quali la più conosciuta è quella di Al-Ashrafiyya, con i due minareti gemelli, realizzata nel 12° secolo. A seguire, la moschea di Al-Mutabiyya del 16° secolo, e la moschea di Al-Muzafar con oltre venti meravigliose cupole decorate, del 17° secolo.

Da menzionare sono anche la cittadella, Qalʿat al-Qāhira, e il palazzo del governatore, che si trova sulla cima di uno sperone roccioso, a circa 450 metri sopra l’antico centro cittadino.

Le antiche mura sono ancora visibili nel loro tratto più meridionale, dove si aprono le porte chiamate Bāb al-Mūsā e Bāb al-Kabīr. Di particolare interesse il Palazzo dell'Imam Aḥmad e il Palazzo Reale di Ṣalāḥ; oggi entrambi i palazzi sono sede di musei.

Nei pressi di Taʿizz si eleva il Jabal al-Sabr (Montagna della Pazienza), una delle più alte montagne dello Yemen, che supera i 3000 metri di altezza.

Dallo scoppio della guerra portata dal movimento Houthi, Taiz è diventata il simbolo della drammatica condizione del Paese. La comunità internazionale chiede a gran voce che venga messa fine all’assedio degli Houthi, del quale ne fanno le spese i circa 600mila abitanti. Anche l’inviato delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, ha chiesto ufficialmente al Consiglio di Sicurezza ONU che la milizia Houthi venga convinta della necessità di riaprire la città al mondo esterno, e che possa riprendere la quotidianità soprattutto nelle scuole, oltre alla riapertura dei collegamenti per il sud-ovest del Paese.

Grundberg ha affermato che è necessario consentire alla tregua, che è stata rinnovata all’inizio di giugno per due mesi, di ridurre le sofferenze dei residenti, osservando che la libertà di movimento dei suoi abitanti è stata significativamente minata per anni.

Sebbene sia stato incoraggiato dalla risposta positiva del governo yemenita alla proposta delle Nazioni Unite, si sta ancora aspettando un riscontro dagli Houthi.

La popolazione di Taiz ha comunque reagito alla guerra e ha riaffermato la propria speranza, celebrando, nel luglio 2021, un festival d’arte, in occasione della festa islamica di “Eid al-Adha”, per lanciare un messaggio di sfida e volontà di rinascita. Si tratta del Cairo Citadel Festival che è stato organizzato con lo slogan ‘One Joy, One Heart’. L’artista yemenita, Ammar Al-Azzaki, alla presenza di una folla che ha scosso le tribune del monumento storico chiamato ‘Cittadella del Cairo’ con canti, balli e applausi. La voce dell’artista Al-Azaki, accompagnata dalle bande musicali e folcloristiche affiliate all’Ufficio Cultura del governatorato, ha allietato la serata.

La metà del ricavato del festival sarà devoluto a progetti umanitari e andrà ai malati di cancro della regione. Il Direttore dell’Ufficio Cultura di Taiz, Abdul-Khaleq Saif, ha affermato che il festival di quest’anno ha portato un messaggio umanitario, che esprime speranza donando, metà dei suoi proventi ai malati di cancro e al Centro Speranza della città.

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