Assadakah Roma - "Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell'ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno". Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la notizia della scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, l'ex capomafia, poi pentito, che ha premuto il telecomando che ha innescato l'esplosivo nella strage di Capaci. Nell'attentato morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
"La scarcerazione di Giovanni Brusca è una vergogna di Stato. Sono sconvolta per quanto accaduto. Non mi aspettavo l'ennesima vergogna della giustizia in Italia", ha dichiarato Rita Dalla Chiesa dopo la diffusione della notizia.
L'amarezza di Giuseppe Costanza, scampato alla strage di Capaci: "Che Paese è il nostro?". "È una notizia che sicuramente non mi fa piacere. È un'offesa per le persone che sono morte in quella strage. Secondo me dovevano buttare via le chiavi", ha dichiarato Costanza, autista del giudice Giovanni Falcone scampato alla strage di Capaci. "Sono trascorsi 29 anni da quel giorno, ma né Falcone, né la moglie, né i ragazzi della scorta potranno mai ritornare in vita - aggiunge -. Che Paese è il nostro? Chi si macchia di stragi del genere per me non deve più uscire dalla galera". Se avesse la possibilità di farlo cosa direbbe all'uomo che azionò il telecomando che causò l'esplosione? "Niente. Non mi sento neppure di avvicinarmi a una persona del genere".
"È comprensibile che possa fare impressione che l'uomo che ha ucciso Giovanni Falcone, che è stato il responsabile della morte orribile del piccolo Giuseppe Di Matteo possa tornare in libertà, ma un conto è la condanna morale, un conto quello che prevede l'ordinamento giuridico. E va accettato". Così l'ex Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia commenta la notizia.
Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta di Falcone: "Sono indignata, sono veramente indignata. Lo Stato ci rema contro. Noi dopo 29 anni non conosciamo ancora la verità sulle stragi e Giovanni Brusca, l'uomo che ha distrutto la mia famiglia, è libero. Sa qual è la verità? Che questo Stato ci rema contro. Io adesso cosa racconterò al mio nipotino? Che l'uomo che ha ucciso il nonno gira liberamente?...". Tina Montinaro ha appena appreso della scarcerazione di Giovanni Brusca e non nasconde la sua amarezza. "Dovrebbe indignarsi tutta l'Italia e non solo io che ho perso mio marito - dice in una intervista all'Adnkronos - Ma non succede. Queste persone vengono solo a commemorare il 23 maggio Falcone e si ricordano di 'Giovanni e Paolo'. Ma non si indigna nessuno". Per Tina Montinaro, che oggi è in Polizia a girare per le scuole per raccontare chi era il marito, l'angelo custode di Falcone, tutta la Sicilia "dovrebbe scendere in piazza". "Sono davvero indignata e amareggiata - dice - Quando questi signori prendono queste decisioni, come la scarcerazione di Brusca, non pensano a noi familiari, non pensano alle vittime". "Lo Stato non sta dando un grande esempio - dice - Abbiamo uno Stato che ha fatto memoria per finta. Mancano le parole. Cosa c'è sotto? A noi la verità non è stata detta e lui è fuori e loro continuano a dire perché ha collaborato... E' incredibile. O ha detto una verità che a noi non è stata raccontata". Insomma, per Tina Montinaro "c''è una giustizia che non è giustizia, allora è inutile cercare Matteo Messina Denaro, noi continuiamo a fare memoria, mi sa che c'è uno Stato che ci rema contro, una politica che ci rema contro...".
"A 64 anni ha la capacità di tornare a essere immediatamente efficiente, vero è che resta in libertà vigilata per quattro anni ma ricordo che ci sono 70enni che continuano a guidare i sodalizi mafiosi". Così il Presidente della Commissione antimafia Nicola Morra.
"L'autore della strage di Capaci, assassino fra gli altri del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido perché figlio di un pentito. Dopo 25 anni di carcere, il boss mafioso Giovanni Brusca torna libero. Non è questa la 'giustizia' che gli Italiani si meritano". Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini.
"E' una notizia che lascia senza fiato e fa venire i brividi. L'idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere sono troppo pochi per quello che ha fatto. E' una sconfitta per tutti, una vergogna per l'Italia intera". Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
''Il percorso è chiaro come il suo obiettivo e va avanti da anni sostenuto da menti criminali e da utili idioti: delegittimare lo Stato e minimizzare il ruolo della mafia nelle stragi, e di conseguenza ridurre la percezione della sua pericolosità nell'opinione pubblica e in tutte le sedi. Dobbiamo alzare la guardia perché ci stanno riuscendo''. Così all'AdnKronos il colonnello Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo, commentando la scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca. ''Brusca fa il suo gioco, nulla di nuovo - aggiunge il Capitano Ultimo -, le istituzioni devono fare la loro parte. Il presidente Mattarella non ci abbandonerà in questo degrado''.
"Che Brusca, scontata la sua pena, venga scarcerato è un fatto normale, è la legge. Quello che non è normale, invece, è che dopo 30 anni la verità sulle stragi sia ancora tenuta ostaggio di reticenze, viltà e menzogne". Lo ha detto il Presidente dell'Antimafia all'Assemblea regionale siciliana Claudio Fava a Rainews. "Brusca avrebbe potuto dire molto di più di quanto ha detto, avrebbe potuto contribuire molto di più per arrivare alla verità di quella stagione, di certo ora non lo farà più". "La scarcerazione del 'pentito' Brusca è un atto tecnicamente inevitabile ma moralmente impossibile da accettare. Mai più sconti di pena ai mafiosi, mai più indulgenza per chi si è macchiato di sangue innocente. Sono vicina ai parenti delle vittime, è un giorno triste per tutti". Così su Twitter la ministra per il Sud, Mara Carfagna.
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