Assadakah News Agency - Mohamud Hassan Sheikh, presidente della Somalia, è arrivato a Roma perché crede nel "rapporto storico" con l’Italia: in un'intervista a Repubblica afferma di aver bisogno dell’Italia e dell’Europa, e si dice disposto a cooperare "per bloccare il traffico dei migranti", nel quadro della guerra totale per sconfiggere definitivamente il fondamentalismo islamico in Somalia.
“Al-Shabaab ha tentato di tutto per riuscire a uccidermi, sono perfino entrati a Villa Somalia con due autobombe", ricorda il presidente. "Ma non sapevano dov'ero. Vogliono uccidermi perché sanno che io sono l’unico che può sconfiggerli. Li farò morire come si fa con i pesci quando si aspira l’acqua da una vasca". Hassan Sheikh spiega che la sua è "una strategia su tre fronti": militare, con i soldati. Religiosa, con le fatwe, ed economica, usando le finanze per aumentare il benessere della popolazione. “Rimangono poche e circoscritte frazioni territoriali, nelle quali si possono verificare incursioni dei terroristi, ma le libereremo presto. Il tempo gioca contro i terroristi", commenta. Secondo il presidente "non esiste più alcun pericolo né ostacolo alla libera navigazione" nei mari della Somalia. "Su questo punto è bene precisare che la questione della pirateria, oggi non più attuale, afferisce all’ambito della criminalità comune", sottolinea. "I pirati che hanno operato nello stretto di Aden non erano 'combattenti' o 'guerriglieri' politici; hanno compiuto, in passato, le loro scorrerie per lucro economico. La navigazione ora è sicura, il fenomeno è stato debellato. Al contempo dobbiamo pensare a impedirne il possibile ritorno, confidando nella forza propulsiva dello sviluppo economico. Ci stiamo adoperando per dare una reale prospettiva ai pescatori, per sfruttare e valorizzare al meglio le immense risorse della pesca nei nostri mari. Il punto dolente della filiera economica risiede nella commercializzazione del prodotto".
"Non si tratta di un problema di poco conto, perché a monte di tutto c`è la grave insufficienza delle infrastrutture viarie, alla quale il governo non può porre rimedio da solo", insiste.
"Per questa ragione, l`aiuto dei Paesi occidentali, dell`Italia e dell`Europa, può essere determinante affinché i pescatori di oggi, commercializzando i prodotti, non diventino i pirati di domani", spiega Hassan Sheikh.
Quanto all'agenda della Somalia in Italia, il presidente commenta: "L`interscambio culturale tra Italia e Somalia affonda le radici nei secoli. Questo rapporto di amicizia e collaborazione mi ha suggerito di nominare un inviato speciale proprio in Italia, per approfondire tutte le tematiche di comune interesse. Il professor Alì Abukar Hayo è un eminente esponente della nostra comunità e un insigne studioso di diritto penale in Italia. È la persona più adatta per finalizzare i rapporti italo-somali in direzione dell`armonizzazione degli ordinamenti".
"Il sapere scientifico dei giovani somali può essere migliorato con il contributo italiano e fungere da volano per il nostro sviluppo. Per questa ragione, ho incontrato la Luiss di Roma e la Fondazione Med-Or. Ringrazio il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro per un`accoglienza speciale. Siamo fiduciosi che questi incontri producano impegni comuni per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei somali", conclude.
Il presidente somalo, in questi giorni a Roma, dove ieri ha incontrato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha quindi evidenziato come l'interscambio culturale tra Italia e Somalia "affonda le radici nei secoli. Questo rapporto di amicizia e collaborazione mi ha suggerito di nominare un inviato speciale proprio in Italia, per approfondire tutte le tematiche di comune interesse. Il professor Alì Abukar Hayo è un eminente esponente della nostra comunità e un insigne studioso di diritto penale in Italia - ha concluso - Il sapere scientifico dei giovani somali può essere migliorato con il contributo italiano e fungere da volano per il nostro sviluppo. Per questa ragione, ho incontrato la Luiss di Roma e la Fondazione Med-Or. Ringrazio il presidente della Repubblica e il primo ministro per un'accoglienza speciale".
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