Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Si è svolta ieri, 12 settembre, la presentazione del libro del giovane scrittore egiziano Hosney Abdelaty, “Immigrazione illegale”, Amazon Fulfilment Poland Sp.
Lo storico caffè letterario romano “Horafelix”, in via Reggio Emilia 89, ha ospitato un evento raro nel suo genere. Il tema dell’immigrazione difficilmente viene raccontato e, di conseguenza, ascoltato dalla voce di chi ha sperimentato in prima persona l’esperienza dell’immigrazione, soprattutto se non è stata frutto di libera e consapevole scelta. Ha rappresentato dunque un’occasione preziosa ascoltare la testimonianza diretta dell’autore che ha affrontato la sfera tecnica della problematica ma ha dato anche testimonianza autobiografica della sua personale vicenda.
Ad aprire la serata sono stati Carlo Palumbo, vice presidente di WAI (Welcome Association Italy) e Talal Khrais, famoso reporter di guerra e responsabile delle relazioni internazionali in Assadakah. Hanno salutato i numerosi presenti ribadendo la collaborazione delle due Associazioni in numerose attività finalizzate alla vicinanza alle minoranze, alle guerre dimenticate, all’inclusione degli immigrati, alle attività di sensibilizzazione e diffusione culturale. Talal Khrais ha riportato i saluti del Presidente di Assadakah, Franco Abdelkader Omeish, e ha espresso le condoglianze nei suoi confronti per la morte del fratello, avvenuta la stessa mattina del 12 settembre. La moderatrice Elisabetta Pamela Petrolati ha introdotto il libro di Abdelty spiegandone la struttura, lo stile narrativo e lo scopo dell’autore. Il testo è scritto in modo diretto e incisivo, facilmente fruibile da chiunque.
L'opera è rivolta soprattutto a chi ha necessità di sapere e scoprire con urgenza i pericoli dell’immigrazione clandestina e a chi presenta pregiudizi o idee standardizzate sulle problematiche di questo fenomeno. Il libro è diviso in due sezioni: una di tipo tecnico e una di tipo autobiografico. La seconda è veramente emozionante: l’autore rivela le sue vicissitudini e parla delle persone che ha conosciuto in Italia e che lo hanno aiutato ad integrarsi e a non soffrire per essere straniero. In particolare “il signor Claudio”, con cui ha lavorato e per il quale nutre sentimenti di grande affetto e gratitudine. Ha preso poi la parola l’Ambasciatore Scapini che ha anche curato la prefazione del libro, spiegando i motivi per i quali ha ritenuto l’opera valida ed efficace. Diplomatico per tanti anni, esperto delle questioni mediorientali e di geopolitica in generale, Scapini nel suo intervento ha ben spiegato le ragioni che spingono le persone a lasciare il proprio Paese, le cause e gli interessi economici di organizzazioni varie, come le ONG, che ottengono cospicui guadagni dietro ogni immigrato e che non hanno pertanto alcun interesse a eradicare la clandestinità.
L’Ambasciatore ha anche ribadito che l’emigrazione deve arrivare a essere un libero diritto di scelta di ogni cittadino e non una necessità o frutto di raggiri da parte di organizzazioni a delinquere. Si è presentata al pubblico anche la giovane e talentuosa artista Isabell Salari che ha curato la parte iconografica che correda l’opera di Abdelaty e l’immagine di copertina. Ha preso dunque la parola l’autore stesso che ha emozionato il pubblico con il racconto della sua vita di emigrato dall’Egitto e finito, a seguito di raggiro, su un barcone di quelli a cui le notizie ci hanno tristemente abituati. Abdelaty ha poi condiviso il suo percorso di integrazione, tra studio e lavoro. Le domande dei commossi presenti sono state di grande empatia e interesse per una vicenda personale di così forte impatto. Questo libro di grande efficacia, fruibilità e intensità ha il valore aggiunto di essere una delle rare voci della comunità araba che stenta a produrre opere letterarie. Entra inoltre, di diritto, nell’ambito della “letteratura migrante” nata intorno al 1870, diffusasi gradualmente e che vanta, tra le sue fila, nomi come Ungaretti, Cialente e Marinetti. Tra gli scrittori immigrati egiziani che scrivono in italiano, ascrivibili alla letteratura dell’emigrazione (Al-Mahg Ar), ora degnamente si annovera Hosney Abdelaty con la sua opera.
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