Roberto Montoya - C’è grande attesa ed entusiasmo per il viaggio apostolico di Papa Francesco in Bahrein dal 3 al 6 novembre, il 39° viaggio internazionale del Pontefice, e il 10° in un paese a maggioranza musulmana, che testimonia l’importanza per Francesco di voler consolidare il buon rapporto con l’Islam. Con una popolazione di 1,5 milioni di abitanti (240mila di origini straniere), circa 80mila sono fedeli cattolici, in maggioranza lavoratori immigrati nativi del subcontinente indiano e delle Filippine di cui un terzo residenti nella capitale, Manama. All’interno del paese ad attenderlo anche una popolazione cristiana autoctona di circa un migliaio di fedeli. La sua visita nel piccolo Stato arabo toccherà le città di Manama e Awail, in cui è prevista una messa pubblica nello Stadio Nazionale e un suo intervento in occasione del “Forum for Diaolgue: East and West for human coexistence”.
Il moto della visita è calzante e “assai appropriato”: “Pace in terra agli uomini di buona volontà”, ispirato al Vangelo di Luca, in una fase storica in cui il mondo, dilaniato da diversi conflitti, reclama un profondo bisogno di pace. Il viaggio in questa piccola perla d’Arabia – sottolinea la Santa Sede - unisce tre priorità del suo pontificato: la pastorale per la piccola comunità cattolica, la promozione del dialogo con il mondo musulmano e la promozione delle relazioni con le altre comunità cristiane.
Nel 2021 è stata inaugurata dal Cardinale filippino Luis Antonio Tagle, allora prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli nella città di Awali, dopo sette anni di lavoro, la cattedrale di Nostra Signora d’Arabia, patrona della penisola.
Nell’incontro con il cardinale Tagle Re Hamad aveva affermato che la consacrazione appena avvenuta della nuova cattedrale incarnava "il ruolo civile e umanitario del Bahrain", Regno che ospita luoghi di culto non musulmani già da molti decenni, manifestando così "la tolleranza, l'amore e il rispetto del suo popolo verso tutti". Francesco, nonostante le sue condizioni di salute continua a viaggiare all’estero per promuovere la sua iniziativa di "Fraternità umana", persuaso che il dialogo e gli incontri favoriscano la comprensione soprattutto in tempo di guerra e di conflitto.
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