top of page
rroggero5

Roma – Papa Francesco incontra patriarca Tawadros

Assadakah News Agency - Francesco e il patriarca copto-ortodosso di Alessandria insieme in Piazza San Pietro per l’udienza generale, a dieci anni dal loro primo incontro del 2013 e quello del 1973 tra Paolo VI e Shenouda III: “Questa visita ci avvicini più celermente al giorno in cui saremo una cosa sola”. Un pensiero ai 21 cristiani copti uccisi in Libia nel 2015: "I martiri copti sono nostri martiri".

Prima di tutto l’abbraccio, poi il bacio alla Panaghia, il medaglione pettorale con l’immagine della Madre di Dio, qualche scambio di parola con l’ausilio di un traduttore e, infine, la camminata l’uno a fianco all’altro verso il palco in Piazza San Pietro per benedire, insieme, la folla riunita per l’udienza generale sotto una pioggia leggera. Dopo dieci anni esatti – erano trascorsi pochi mesi dalla elezione al soglio petrino di Jorge Mario Bergoglio – Papa Francesco e Tawadros II si incontrano di nuovo. Dieci anni dal primo saluto tra il Vescovo di Roma e il patriarca copto-ortodosso di Alessandria; cinquanta dallo storico incontro tra i loro predecessori Paolo VI e Shenouda III (1973) che “culminò con la firma di una memorabile dichiarazione cristologica comune, esattamente il 10 maggio”. Un doppio anniversario celebrato con la visita a Roma del patriarca fino a domenica 14.

“Caro amico e fratello”, dice Francesco – che non pronuncia la catechesi dell’udienza generale - nel suo saluto che fa seguito a quello in arabo di Tawadros. “La ringrazio di aver accettato il mio invito in questo duplice anniversario, e prego che la luce dello Spirito Santo illumini la Sua visita a Roma, gli importanti incontri che avrà qui, e in particolare le nostre conversazioni personali”.

Il Papa ringrazia di cuore il patriarca per l’“impegno nella crescente amicizia tra la Chiesa copta ortodossa e la Chiesa cattolica”. Quindi torna con la memoria al loro primo incontro del 2013, “pochi mesi dopo la sua e la mia elezione": allora Tawadros aveva proposto di celebrare ogni 10 maggio la “Giornata dell’amicizia copto-cattolica”. “Da quel tempo la celebriamo ogni anno. Ci chiamiamo al telefono, ci mandiamo i saluti e rimaniamo buoni fratelli, non abbiamo litigato”, dice il Pontefice, distaccandosi dal testo scritto.

Si rivolge poi ai vescovi, ai fedeli, alla delegazione copto-ortodossa e a tutti chiede di unirsi nella implorazione a Dio Onnipotente, “per l’intercessione dei Santi e Martiri della Chiesa copta, affinché ci aiuti a crescere nella comunione, in un unico e santo legame di fede, di speranza e di amore cristiano”. Un ultimo pensiero, infine, ai “martiri sulla spiaggia libica che sono stati fatti martiri pochi anni fa”, scandisce il Papa. Il riferimento è ai 21 cristiani sgozzati e decapitati dai jihadisti dello Stato Islamico nel 2015 su una spiaggia della Libia, morti sussurrando il nome di Cristo, come ha ricordato in altre occasioni lo stesso Papa Francesco.

Da parte sua Tawadros, portando al Papa il saluto dei membri del Santo Sinodo e di tutti gli organismi della Chiesa copto-ortodossa, esprime a Francesco l’apprezzamento per “tutto ciò che Lei ha fatto in questo periodo di servizio al mondo intero in tutti i campi, e prego affinché Cristo La conservi in piena salute e Le conceda la benedizione di una lunga vita”.

Anche nella memoria del patriarca c’è il ricordo grato dell’abbraccio di dieci anni fa e l’“affetto” e l’accoglienza mostrate dal Pontefice: “Abbiamo trascorso insieme a Lei un tempo santo e pieno di amore fraterno con il quale ci ha colmati”. Questo amore è diventato “un segno e un motto” celebrato ogni anno nella “'Giornata dell’amore fraterno”: “Parliamo e ci scriviamo per rinnovarlo ogni anno, ed è un giorno che incarna lo spirito cristiano e l’amore che ci accomuna nel servire Dio e nel servire i nostri fratelli e sorelle in umanità”, dice Tawadros. “Abbiamo scelto l’amore, anche se andiamo controcorrente rispetto al mondo avido ed egoista; abbiamo accettato la sfida dell’amore che Cristo ci chiede e saremo veri cristiani e il mondo diverrà più umano, perché tutto il mondo saprà che Dio è amore e che questo è il suo nome più alto”.

Il primate della Chiesa copto-ortodossa rammenta anche la “preziosa” visita del Papa in Egitto nel 2017, che – afferma – “fu una grandissima benedizione” per tutto il Paese. “Camminiamo insieme sulla via della vita”, aggiunge. “Nonostante le differenze delle nostre radici e appartenenze, ci accomuna l’amore di Cristo che abita in noi e la schiera dei nostri padri apostoli e dei santi ci circonda e ci guida”. Da qui una preghiera finale: ''Invochiamo per tutto il mondo una pace che trascenda ogni mente, pregando perché arrivi in ogni dove e perché sia la priorità dei capi e dei popoli''.

Dopo i saluti nelle varie lingue - in cui affida alla Madonna “la martoriata Ucraina” e chiede di recitare il Rosario, durante le preghiere mariane di maggio, ricordando soprattutto le donne e i "bambini afflitti dalla guerra" - Papa Francesco annuncia alla folla di fedeli: “Adesso tutti insieme, col patriarca Tawadros, pregheremo il Padre Nostro e poi il patriarca e io daremo la benedizione”. Tawadros II accompagna poi Francesco dietro il palco, dove viene scattata una foto di gruppo con le due delegazioni. Il patriarca copto avrà domani, 11 maggio, un incontro privato con Francesco e un momento di preghiera comune. Subito dopo si recherà al Dicastero per la promozione dell’Unità dei cristiani e incontrerà inoltre i fedeli della comunità copta residenti a Roma. Per loro celebrerà domenica 14 maggio una Liturgia eucaristica presso la Basilica Papale di San Giovanni in Laterano. (fonte: Vatican News)

Comments


bottom of page